Il ministro della Salute Schillaci ha affrontato le tematiche di più stretta attualità nel corso dell’evento romano “Professioni&Sanità”.
“Le sfide che abbiamo sono tante, a partire dalla congestione dei pronto soccorso e proseguendo con quella della digitalizzazione, ossia la medicina del terzo millennio. Quanto al Pnrr, stiamo lavorando affinché ci sia personale qualificato nelle case di comunità, visto che purtroppo, e lo dico con amarezza, finora si è pensato solo alle infrastrutture. Comunque siamo perfettamente nei tempi, e non vogliamo sprecare nulla”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso dell’evento “Professioni&Sanità”, tenutosi al Tempio di Adriano, a Roma, che ha visto riuniti i presidenti delle principali federazioni sanitarie (Fnopi compresa), a eccezione di Fnomceo.
Schillaci ha rivendicato con orgoglio quanto fatto in questi primi mesi di governo, snocciolando i numeri: 8,5 miliardi di euro stanziati fino al 2025 in Legge di Bilancio e 50 milioni per il finanziamento del piano oncologico. “Abbiamo ereditato una situazione difficile, ma oggi, dopo la pandemia, abbiamo riscoperto il valore del capitale umano, che in questi tre anni si è sacrificato molto. Durante gli anni del Covid l’oncologia è stata trascurata, con interventi ed esami saltati, ma la prevenzione oncologica è al centro dell’attività del ministero. Ci occuperemo dello screening del tumore al polmone”.
Il ministro ha poi ricordato i 120 milioni di euro stanziati per il piano di contrasto all’antibiotico-resistenza, la riforma degli Irccs e i decreti sul comitato etico per la ricerca sanitaria, attesi dal 2014, oltre alla riforma dell’Aifa, che definisce fondamentale: “Abbiamo deciso di avere un’Aifa più moderna e vicina alle richieste del cittadino e di chi fa ricerca, in modo che i nuovi farmaci possano essere messi a disposizione dei cittadini nel più breve tempo possibile”.
Non è mancato un cenno alle misure previste dal Decreto Bollette, a cominciare dallo stop al vincolo di esclusività per gli infermieri: “Se ne dimostrerà l’utilità, fino a farlo renderlo strutturale. É un intervento particolarmente significativo”. E poi la stretta sul fenomeno dei medici a gettone, che “discrimina i professionisti della sanità”, e gli incentivi agli operatori del pronto soccorso: “Abbiamo anticipato al primo giugno 2023 l’aumento della tariffa oraria per il lavoro aggiuntivo, ma su base volontaria, per i lavoratori dell’emergenza urgenza. Appena possibile cercheremo di allargare questo beneficio a tutti gli altri operatori. Inoltre abbiamo previsto un regime pensionistico più favorevole, perché é diventata una professione usurante”.
Sul payback ha ricordato che “si tratta di una misura risalente al 2015, di cui abbiamo cercato di mitigare gli effetti”. E sulle aggressioni al personale sanitario: “Circa il 70% riguarda le donne, e gran parte vede come vittime gli infermieri. Abbiamo previsto pene più severe anche per lesioni non gravi, ma soprattutto procedibilità d’ufficio per chi aggredisce. Con il ministero dell’Interno potenzieremo i presidi di polizia all’interno degli ospedali”, conclude il ministro Schillaci
All’evento romano ha partecipato anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha parlato della riforma della sanità territoriale, ribadendo che a suo parere il modello, così com’è, non funziona: “Nel Pnrr ci sono 15,6 miliardi per la sanità. Sono previste 1.350 case di comunità e 400 ospedali di comunità. Ma chi mettiamo all’interno delle case di comunità? Ci stiamo interrogando su cosa cambiare. Dovranno diventare hub sanitari dove porteranno un contributo gli studi di medicina generale e le farmacie del territorio”.
Gemmato ha poi ricordato l’approvazione del piano per le malattie rare, fermo al 2016, e degli interventi per il rilancio dell’industria farmaceutica: “Abbiamo inaugurato un tavolo per mettere in sicurezza l’industria farmaceutica italiana, che oggi fattura 34 miliardi di euro ed é prima in Europa. Il payback sta allontanando gli investimenti sulle molecole più complesse. L’industria farmaceutica deve tornare ad investire in Italia. Noi oggi importiamo l’80% dei principi attivi farmaceutici. In caso di crisi internazionale con Cina e India non avremmo eccipienti e principi attivi per produrre farmaci salvavita. Dobbiamo rendere l’Italia indipendente anche dal punto di vista farmaceutico”.
Redazione Nurse Times
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