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Sanità, Nursing Up sulle trattative per il rinnovo del Ccnl

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Coronavirus, Nursing Up a Zaia: "Tampone a tutti gli operatori sanitari in Veneto? Non ci risulta".
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del sindacato con le dichiarazioni del presidente Antonio De Palma.

“Si è realizzata una nuova importante tappa, nel complesso percorso della trattativa per il rinnovo del contratto 2019-2021 del comparto sanitario. Un confronto a tratti dai toni anche accesi. Un nuovo momento di concreto dialogo che ci sensibilizza a promuovere oggi alcune riflessioni fondamentali, necessarie per il corretto prosieguo di un percorso che dovrà, ce lo auguriamo, portarci nel minor tempo possibile ai risultati che da tempo speriamo di ottenere.

Gli infermieri e gli altri professionisti della salute, quelli che non si trovano già nell’area della dirigenza, vanno inseriti nell’area delle elevate professionalità promessa dal ministro Brunetta ed oggetto del DL 80/2. E’ proprio lì dove legittimamente meritiamo di stare. Bisogna lavorare per un adeguamento di stipendio degli infermieri e delle professioni che non siedono nel dorato alveo della dirigenza, quelli i cui stipendi raggiungono la scabrosa media di 1.400 euro al mese mensili. 

Per intraprendere la concreta strada di una valorizzazione che sia costituita innanzitutto da una degna collocazione contrattuale occorre mettere finalmente a disposizione di infermieri e degli altri sanitari che ne hanno diritto, le necessarie risorse, a cominciare da quei 335 milioni di indennità specifica, che abbiamo ottenuto con i sacrifici di battaglie su tutto il territorio nazionale, fino allo sciopero. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché ben altri obiettivi ci poniamo di raggiungere con questo delicato ambito.

Il confronto è stato soprattutto la giornata per ribadire che, se da un lato nessuna fretta ci deve contraddistinguere nel ponderare e valutare i delicati aspetti contrattuali in discussione, dall’altra si tratta di un rinnovo troppo importante, che deve essere portato a termine in tempi ragionevoli. Apprezziamo quindi le indicazioni ricevute dall’Aran, in relazione alla facoltà, tutti, di fornire il nostro apporto alla dialettica delle parti con le proposte che riteniamo necessarie, spaziando ampiamente su tutti gli argomenti possibili. E in questo senso la nostra piattaforma contrattuale è già stata consegnata tempo addietro.

Dall’altra parte, tuttavia, mi sono sentito in dovere di dire all’Aran e agli esponenti degli altri organismi sindacali oggi presenti che siamo di fronte al rischio che, mettere troppa carne sul fuoco possa rivelarsi controproducente e che possa trasformarsi in una pericolosa zavorra, se tutti i sindacati scelgono di presentare valanghe di proposte ed emendamenti che, così come talvolta accade in politica, corrono il rischio di diventare solo un pericoloso strumento per fare ostruzionismo. Per Nursing Up tutto questo non può e non deve accadere. Sono tante le esigenze in gioco, tante le aspettative, ma non si possono prolungare più del dovuto i tempi per arrivare a portare a segno questo contratto».

Nursing Up, pertanto, attraverso la voce del suo presidente, ha richiamato tutte le parti in causa all’esigenza di darsi un metodo condiviso, per individuare un percorso che consenta di trattare tutte le questioni che si ritengono importanti in un tempo congruo, perchè linearità e pragmatismo significano non commettere l’errore di appesantire le negoziazioni sino a bloccarle. Così fornendo a quelli che non vogliano che il contratto si chiuda gli strumenti per rimandarne la chiusura a tempi futuri che nessuno ha la possibilità di prevedere.

Insomma, per Nursing Up bisogna andare avanti in modo concreto, lavorare giorno e notte, per dare corpo a questo importante rinnovo contrattuale. E soprattutto bisogna che la parte pubblica, per la prima volta impegnata in contemporanea sugli altri tavoli contrattuali del pubblico impiego capisca che, un contratto come quello della sanità, non può essere un contratto speculare di altri contratti della pubblica amministrazione.

Diverse le prime proposte che Nursing Up ha illustrato al tavolo negoziale e che che fanno già parte della propria idea di futuro contratto. Prima di tutto il sindacato si è concentrato sul delicato tema della mobilità degli operatori sanitari, citando il tanto discusso articolo 30 del dlgs 165/2001. Su questo argomento si è aperto un acceso confronto con il presidente dell’Aran. Parliamo di una normativa che prevede che le aziende sanitarie esprimano un previo assenso vincolante per le domande di trasferimento degli infermieri. Nella sostanza, parliamo di una norma che consente agli enti, sic et simpliciter, di bloccare, senza possibilità di appello, le loro richieste di trasferimento. 

Non è possibile che i nostri professionisti della sanità, come pochi altri, si trovino ingabbiati in questa situazione che li vede ostaggi delle aziende sanitarie. Una forma di discriminazione rispetto agli altri dipendenti pubblici che va eliminata con una nuova normativa. Nursing Up chiede al ministro Brunetta una riforma dell’articolo 30. Infermieri, tecnici sanitari altri professionisti della sanità non hanno evidentemente diritto a ricongiungersi con le proprie famiglie, con i propri cari come invece accade per i dipendenti dei ministeri o di altre amministrazioni centrali? Non hanno diritto a lavorare a casa propria, senza dovere ogni mese pagare più della metà del proprio stipendio in doppi affitti e doppie bollette poiché su di loro pesano anche le spese delle famiglie di origine? 

Questa autentica discriminazione nei confronti del personale sanitario deve essere subito affrontata con una nuova legge. Nel frattempo si deve studiare ogni soluzione alternativa possibile da portare ai tavoli contrattuali, per risolvere il problema con strumenti adeguati ed alternativi. Nursing Up ritiene, dopo aver approfondito le norme di legge e di contratto, che si possano trovare spazi contrattuali per liberare la mobilità degli infermieri nel rispetto delle norme. All’inizio della prossima settimana recapiterà le sue ulteriori proposte all’Aran.

Nursing Up ha anche chiesto, in merito alla formazione, anche Ecm, che finalmente, a fianco ai programmi aziendali previsti dal contratto, agli infermieri e alle altre professioni sanitarie venga riconosciuto il diritto di selezionare i propri percorsi di aggiornamento, come già accade per i medici, e tali percorsi dovranno essere finalmente riconosciuti dall’azienda sanitaria, come se fossero quelli organizzati dall’ente, quindi riconosciuti come attività di servizio a tutti gli effetti, e anche ai fini dell’abbattimento del debito in crediti Ecm indicato dalla Commissione nazionale per l’educazione continua in medicina. Necessarie, infine, altre modifiche contrattuali relative a specifiche garanzie in favore dei dipendenti, anche a tempo determinato, e ai loro diritti”.

Redazione Nurse Times

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