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Ccnl sanità, Nursind: “Bene la firma, ma è solo un primo passo. Pesa il ritardo”

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Nursind dichiara formalmente lo stato di agitazione al Ministero
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Roma, 2 novembre – “Quello di oggi rappresenta un passaggio storico importante. Siamo però soltanto all’inizio di un cammino tutto da costruire per una piena valorizzazione degli infermieri. E’ stato gettato un seme, ma bisognerà aspettare il raccolto. E’ un bene, infatti, che siano stati rivisti, ad esempio, l’ordinamento professionale e il sistema degli incarichi, oltre all’istituzione dell’area dell’elevata qualificazione. Ma perché si apra nei fatti un concreto percorso di carriera professionale per la categoria occorrono risorse che noi ci aspettiamo vengano stanziate nel prossimo Ccnl 2022-2024”. Lo dice Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, dopo la firma definitiva del contratto di comparto all’Aran.

“Abbiamo condotto una lunga battaglia sull’indennità di specificità – continua – e finalmente nell’accordo è stato rivisto tutto il sistema indennitario anche sul fronte del disagio in alcune situazioni lavorative come nei Pronto soccorso. Tuttavia, guardando alle risorse, il fatto che proprio l’indennità di specificità – parliamo di 870 euro lordi l’anno – rappresenti la metà degli incrementi del rinnovo significa che non c’è stata per il resto quella valorizzazione che il sindacato e i professionisti si aspettavano”.

Altro tasto dolente riguarda infine la firma stessa del Ccnl, che arriva a contratto scaduto da circa un anno: “E quindi gli aumenti ottenuti sono lontanissimi dal compensare un’inflazione che viaggia intorno al 10%. Senza contare il gap persistente rispetto agli stipendi europei. Ragion per cui il nostro impegno andrà avanti: continueremo a lavorare per rendere gli infermieri sempre più protagonisti del Sistema sanitario nazionale, di cui già nei fatti e per ammissione di tutti sono un asse portante”. 

Redazione NurseTimes

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