Il vicepremier Matteo Salvini ha esposto un pensiero riguardante l’attuale sistema universitario. La sua ipotesi riguarderebbe l’abolizione del valore legale delle lauree.
“Dobbiamo mettere mano alla riforma della scuola e dell’università, affrontando la questione del valore legale del titolo di studio”. La laurea, pertanto, non sarebbe o non dovrebbe essere – un requisito fondamentale per poter avere accesso a concorsi pubblici e per fare carriera.
Il motivo, secondo il ministro dell’Interno sarebbe dovuto al fatto che “negli ultimi anni la scuola e l’università sono stati serbatoi elettorali e sindacali: ecco perché l’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare”.
Ma il ministro dell’Istruzione sembrerebbe aver immediatamente frenato l’entusiasmo di Salvini, respingendo l’idea.
“E’ un tema di cui si dibatte da tanti anni, ma in questo momento non è in programma, non è detto che poi possa essere analizzato in futuro”.
Non un no definito dunque, bensì un “vedremo”, anche perchè negli anni i progetti di legge per togliere valore legale alla laurea non sono mancati.
Secondo Bussetti, le priorità attuali sarebbero altre: non una riforma complessiva della scuola, ma “delle modifiche che creino maggiore semplicità, certezze e percorsi giusti e mirati per arrivare ad ottenere quello di cui la scuola ha bisogno e per il bene degli studenti”.
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