Oggi, 30 Novembre 2016, i disabili gravissimi sono scesi di nuovo in piazza per richiedere l’aumento del Fondo per la non autosufficienza. Dopo un Tavolo Straordinario col ministro Poletti e ore di protesta di fronte al Ministero dell’Economia e delle Finanze,, si è trovato l’accordo: Fna aumentato a 500 milioni, la promessa da parte dei governanti di ‘controllare’ le spese regionali e ulteriori 50 milioni in arrivo per il 2017. Noi di Nurse Times eravamo al loro fianco.
Faceva freddo, stamattina, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma, nonostante il ‘Tavolo Straordinario’ preannunciato ieri con un comunicato stampa (VEDI articolo) e organizzato dal ministro Poletti per discutere a proposito delle richieste del Comitato 16 Novembre (la onlus che si batte per i diritti dei malati e per un’assistenza dignitosa), i disabili gravi e gravissimi erano comunque lì, in piazza.
L’appuntamento era per le 10:30 e, nonostante i politici avessero invitato “i disabili gravissimi ad attendere l’esito del tavolo straordinario nei loro alberghi”, a quell’ora ne ho trovati già molti pronti a dar vita alla protesta, capeggiati dalla presidente del Comitato Laura Flamini, malata di Sla, coperta fino all’inverosimile e alla continua ricerca di un posto riparato dal vento gelido.
Di lì a poco, anche se durante il Tavolo il governo si era comunque impegnato ad aumentare il Fondo per la non autosufficienza da 400 a 500 milioni, la protesta è continuata; eh già, perché la richiesta dei ‘guerrieri’ diversamente abili era di arrivare almeno a 600 milioni.
Anzi, la protesta vera e propria è iniziata: fischietti, cartelloni, bandiere, slogan, carrozzine e barelle in prima fila e… Un viavai di ambulanze, che trasportavano e scaricavano altri pazienti tracheostomizzati e in ventilazione meccanica a lungo termine. Tutti coi loro infermieri, cogli aspiratori chirurgici e con tutti i presidi d’emergenza necessari ad accompagnarli. Pazienti complessi e fragili che, ancora una volta, a rischio della propria salute e della vita, hanno voluto partecipare a quest’ennesima battaglia (la 17esima, solo davanti al Mef!).
Stranamente rispetto al solito, probabilmente per evitare rischi inutili ai manifestanti (nel 2013 morì un malato di Sla, Raffaele Pennacchio, dopo ben 36 ore di presidio!) questa volta il vagito dei politici non si è fatto attendere molto: dopo poche ore, in un nuovo comunicato letto ad alta voce dalla vicepresidente del Comitato Mariangela Lamanna (che abbiamo intervistato nei giorni scorsi, VEDI), il governo ha promesso di ‘trovare’ altri 50 milioni di euro da inserire nel Fondo per l’anno 2017. Cosa che, per il momento, ha soddisfatto l’associazione organizzatrice dell’evento e tutte le altre che hanno aderito alla protesta.
Queste sono state le parole della vicepresidente del Comitato 16 Novembre Lamanna che, alla fine del presidio, ha voluto fare il punto della situazione e ringraziare tutti: “L’aumento è ora strutturato per 500 milioni di euro e se non avessimo portato, per l’ennesima volta, i disabili gravissimi sotto a questo palazzo… nessuno si sarebbe preso la briga di aumentare il Fondo. Quindi… Bravi! C’è un ulteriore aumento, che potrebbe essere di altri 50, arrivando quindi a 550 milioni a partire già dal 2017. Ma la cosa più importante è che il Comitato 16 Novembre ha richiesto una cabina di monitoraggio per controllare l’operato delle Regioni e il ministro Poletti ha accettato di istituzionalizzare questa cabina di monitoraggio. Ed è una cosa fortissima! Significa che il Comitato 16 Novembre ha avuto la ‘geniale’ idea di dire: controllate questi soldi! Noi siamo ovviamente soddisfatti, perché arrivare a un risultato del genere, in pochissimi anni, significa veramente aver preso in mano le redini del nostro destino (disgraziatissimo…). Però, aver esteso questi benefici a tutte le persone veramente e gravemente invalide, in quest’Italia che va a pezzi sotto tanti punti di vista, deve farci andare avanti con orgoglio e a testa alta”.
Complimenti per il risultato raggiunto, cari ‘guerrieri’. E speriamo che questo sia l’ultimo presidio a cui siete stati costretti, per sperare in un’assistenza dignitosa…
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