I due sindacati criticano pesantemente le ipotesi emerse dalla trattativa, soprattutto in merito al trattamento economico degli infermieri.
Alla vigilia dello sciopero nazionale degli infermieri, proclamato dal Nursind per domani, venerdì 28 gennaio, giungono le prime reazioni di altri due sindacati, Fials e Nursing Up, all’esito della trattativa in Aran sul rinnovo del Ccnl – Comparto Sanità. E si tratta di reazioni estremamente critiche, che esprimono sconforto in merito alla bozza d’intesa ricevuta.
“Sommariamente provocatoria” e “non certamente accettabile”. Così Fials ha definito la proposta dell’Aran, rimarcando come non siano state superate “le criticità sulla pronta disponibilità, che vede il testo contrattuale, diversamente da quanto da noi richiesto, ancora una volta con le dizioni ‘di norma’, sia per la previsione di sei pronta disponibilità mensili che per la limitazione al servizio notturno e festivo”.
Per non parlare del trattamento economico: “Viene previsto un incremento dell’indennità oraria per pronta disponibilità di appena 8 centesimi a ora lordi, e nessuna garanzia di collocare il turno successivo a quello programmato di pronta disponibilità nella fascia oraria pomeridiana”.
Nè mancano perplessità sull’articolato del lavoro straordinario: “E’ fortemente peggiorativo rispetto all’attuale sistema, perché vede una tariffa oraria non più collegata alla retribuzione del dipendente, ma unica per tutti i profili professionali, e solamente suddivisa tra straordinario diurno, notturno o festivo e notturno-festivo, e quindi non più collegato agli incrementi del trattamento economico. Una perdita notevole di risorse economiche accessorie per il personale, con forti ricadute anche sul sistema previdenziale”.
Fials ribadisce “come il riconoscimento dell’incarico professionale graduato per tutto il personale collocato nelle ex categorie D e Ds, subito dopo il periodo di prova, rimane un nodo contrattuale per noi da raggiungere con questo contratto”. Inoltre non condivide “il il percorso sul trattamento economico nell’ambito del nuovo sistema di classificazione, perché va a discriminare e penalizzare fortemente i dipendenti che si trovano già collocati nelle fasce più elevate, che non potrebbero mai più fruire di percorsi economici di carriera fino alla cessazione del loro rapporto di lavoro”.
Riservandosi di inviare ulteriori osservazioni e proposte all’Aran, con la quale la trattativa è stata aggiornata al prossimo 3 febbraio, Fials chiede infine “che vi sia un fondo economico integrativo, interamente riservato al nuovo sistema degli incarichi, per dare sostanza all’architettura del novo ordinamento professionale con questo rinnovo contrattuale”.
Molto critica, come detto, anche la posizione di Nursing Up, che ha affidato a una dura nota stampa la propria delusione. “E’ davvero il caso di dire – scrive il sindacato infermieristico – che la montagna, questa volta, ha partorito un ridicolo topolino. Ci viene da pensare, ma non vorremmo mai fosse così, che le proposte economiche che abbiamo di fronte in merito alla tanto attesa revisione del sistema indennitario degli operatori sanitari, ci siano pervenute dall’Aran nottetempo, qualche ora prima della nuova riunione, proprio per i contenuti tutt’altro che edificanti, che ci fanno letteralmente strabuzzare gli occhi e sobbalzare dalle sedie!”.
Nursing Up ricorda poi: “Ci era stato detto a più riprese che le risorse a disposizione erano ben poche. In fondo lo sapevamo, ma qui, ancora una volta, si palesa una situazione delicata. Si parla di pronta disponibilità, ovvero del tempo libero da dedicare alla famiglia, che i professionisti della salute destinano invece alle aziende sanitarie per la tutela della salute dei pazienti. Siamo di fronte a un quadro a dir poco desolante: gli infermieri verrebbero ancora una volta penalizzati, a discapito di una valorizzazione che dovrebbe finalmente arrivare, ma che, giorno dopo giorno, ancora non si vede concretamente”.
E ancora: “E’ anche l’immagine della categoria che risulta fortemente offuscata dai contenuti inaccettabili di queste proposte: 26 centesimi lordi di aumento di indennità per ogni ora di lavoro notturno! Meno di 1 euro in più è il lauto compenso previsto per la pronta disponibilità degli operatori sanitari! Sono queste, caro ministro Brunetta, le promesse che dovevano rappresentare, a suo dire, la svolta tanto attesa per la sanità italiana?. Ci rivolgiamo anche al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al presidente delle Regioni, Fedriga: è davvero questa la sanità del futuro che voi immaginate per voi stessi, per i vostri figli, per i cittadini? E’ davvero questa la valorizzazione che intendete riservare agli infermieri italiani e agli altri operatori sanitari?”.
Sempre sul tema del trattamento economico: “Con una Svizzera che, a due passi da noi, offre al suo personale sanitario stipendi da 2.500 a 4.000 mila euro, per quale ragione un giovane infermiere dovrebbe rimanere nel nostro Paese? Certo siamo pronti e determinati a vedere cosa accadrà ancora, andando avanti con le trattative, pronti a ricrederci e e ad accogliere reali proposte di valorizzazione quando vedremo soldi contanti destinati alle buste paga degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, ma al momento tutto questo non si evince ancora!”.
Prosegue Fials: “Qualcuno ricorderà la favola, che già abbiamo citato solo due settimane fa, del mulo di Esopo, che deve percorrere l’impervia salita, totalmente a digiuno, appesantito dai carichi e anche dal peso del padrone. Ebbene, sulla groppa di questo mulo, oggi, ci sono ben tre padroni. Li conosciamo bene. E’ così che noi vediamo questa immagine da infermieri. E’ è così che ci sentiamo di condividere con l’opinione pubblica la situazione che stiamo vivendo”.
Segue un’elenco delle tematiche non condivise con l’Aran: “Ecco cosa non ci piace di quello che ci è stato proposto oggi:
– Non va bene che l’Aran si ostini a voler togliere agli infermieri turnisti il compenso per il lavoro straordinario effettuato durante i festivi infrasettimanali, facendo in tal modo carta straccia dei traguardi sindacali ottenuti, da ultimo con una specifica sentenza della Cassazione. Ancora l’Aran vorrebbe stravolgere (in modo peggiorativo) i criteri di calcolo dello straordinario!
– Non va bene che l’Aran, pretendendo di rideterminare il compenso per il lavoro straordinario, che oggi è rapportato alla retribuzione mensile comprensiva del rateo della tredicesima mensilità, voglia attribuirgli un’unica tariffa, valida per tutti i dipendenti, senza più differenziazione, con il risultato che un infermiere o un altro professionista sanitario percepiranno, con tutto il rispetto, la stessa tariffa di un ausiliario.
– Non va bene che l’Aran faccia equilibrismo sulle indennità specifiche destinate dalla legge di bilancio 2021 agli infermieri e alle professioni sanitarie, sostenendo, con dubbia legittimità, che si tratta di un ‘riconoscimento operato dal contratto’. Sarebbe invece opportuno che si adoperasse, invece di limitarsi a mere enunciazioni, peraltro laconiche perché non parlano ancora di importi, quantificando definitivamente l’importo di tale indennità, da mettere nella disponibilità del tavolo negoziale, integrandola dignitosamente con ulteriori risorse, queste sì contrattuali.
– Stiamo ancora aspettando che l’Aran ci dica cosa intende fare dell’incarico professionale che noi abbiamo richiesto, da attribuire a tutti i professionisti sanitari, come già accade per i medici, senza distinzioni alcune e senza limitazioni tra un professionista e l’altro.
– Da ultimo, ma non per importanza, abbiamo contestato all’Aran il suo silenzio riguardo alla nostra richiesta su come intende garantire agli infermieri e alle altre professioni sanitarie gli stessi percorsi di avanzamento di carriera che, invece, vengono previsti per il personale delle aree più basse”.
Quindi un invito al ministro Brunetta: “Caro ministro, venga con noi negli ospedali Italiani. Venga a guardare con i suoi occhi cosa accade sul campo! Ci premureremo noi di tutelare la sua incolumità. Ci prenderemo cura di lei, come facciamo con tutti i cittadini, se avrà paura di infettarsi. Forse questo è l’unico modo per farLe capire quali sono i sacrifici e il lavoro degli infermieri italiani, quelli che Lei pensa di remunerare con un’indennità notturna che vale meno di 3 euro lordi all’ora”.
Conclude Fials: “Dove sono finite le promesse arrivate in pompa magna qualche mese fa? E’ davvero questa la svolta auspicata dal ministro Speranza e dal presidente delle Regioni, Fedriga? Gli infermieri Italiani sono stanchi. Chiediamo pubblicamente, a questo punto, il sostegno degli organi di stampa, che tanto ci hanno seguito e che ci sono stati vicini fino a oggi, affinché ci affianchino nel portare avanti questa battaglia, che non è più solo sindacale, ma ha assunto tutti gli aspetti di una battaglia di civiltà”.
Redazione Nurse Times
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