Con la seguente nota, pubblicata sul proprio sito di informazione, il Coordinamento Infermieristico Autonomo critica l’operato di Cgil, Cisl e Uil in sede di trattativa.
Qualcuno diceva che il nemico dell’infermiere è l’infermiere stesso. E infatti nelle scorse elezioni Rsu sembrerebbe (non ci sono ancora dati ufficiali) che molti infermieri e professionisti sanitari si siamo fatti abbindolare dalle demagoghe promesse dei sindacati confederati, votando i loro candidati, per popi purtroppo scoprire che sul tavolo del trattative per il rinnovo del Ccnl hanno nuovamente chiesto di valorizzare gli oss, chiedendo il passaggio dall’area degli operatori (ex categoria BS) all’area degli assistenti (ex categoria C), ovviamente a discapito delle altre figure professionali.
Premesso che noi non siamo affatto contro la valorizzazione delle figure ausiliarie e socio-sanitarie, come gli oss, ma visto che chiediamo una connotazione contrattuale chiara e ferma delle professioni sanitarie da ormai vent’anni, non possiamo accettare tacitamente che si cerchi di valorizzare gli oss prima delle altre figure. Inoltre, se gli oss saranno inquadrati nella ex Categoria C, i nuovi “super oss”, dove saranno inquadrati? In Categoria D, come gli infermieri e professioni sanitarie?
Il Coina chiede da anni un contratto separato delle professioni sanitarie, visto che la Legge Gelli-Bianco n. 24 del 2017 e la Legge Lorenzin n. 3 del 2018 di fatto evidenziano che tutti gli esercenti le professioni sanitarie sono considerati “professioni intellettuali”, al pari dei medici, e hanno pari responsabilità civili e penali. In realtà vi è una forte discriminazione contrattuale, che pone le professioni sanitarie a trattamenti, sia economici che normativi, lontani da quello che dovrebbe essere il panorama sanitario (si veda, ad esempio, l’obbligo di esclusività).
Da quello che emerge dal tavolo delle trattative sul rinnovo del Ccnl questo è forse il contratto più avvilente per le professioni sanitarie, visti i propositi iniziali. Questo perché, nonostante la pandemia, peraltro non ancora finita, abbia evidenziato gli enormi carichi di lavoro e responsabilità degli infermieri e delle professioni sanitarie, non riconosciute e/o monetizzate contrattualmente.
Questo rinnovo, a parte l’introduzione della nuova indennità di circa 70 euro, frutto della manifestazione di Roma del 15 ottobre 2020, organizzata da Nursing Up con la partecipazione del Coina, non riconosce agli infermieri nessun altro benefit. Anzi, si continua, ad esempio con la diatriba del pagamento dello straordinario festivo infrasettimanale e delle varie indennità ferme ormai al 1990.
TALE TRATTAMENTO NON È ACCETTABILE!
Purtroppo gli infermieri e le altre professioni sanitarie hanno scelto di “demandare” ai confederati le scelte e gli argomenti da trattare per il rinnovo del Ccnl, e questo è il risultato. Sono anni che, al contrario dei sindacati confederati (e di una parte di quelli di categoria), ci battiamo per il giusto riconoscimento economico-normativo delle professioni sanitarie, in tutte le sedi e in tutte le occasioni.
Sappiamo che non tutti i professionisti sanitari, anche per motivi assistenziali (vedi elezioni Rsu), sono propensi a guardarsi intorno per cercare chi meglio possa rappresentarli, ma invitiamo tutti i colleghi iscritti alle sigle confederali a chiedere ai loro rappresentanti di portarli a conoscenza dei lavori in corso per il rinnovo contrattuale, della loro proposta di valorizzare gli oss e delle eventuali proposte per le altre figure professionali.
Redazione Nurse Times
Fonte: Coina News
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