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Rimborsi della Regione a cliniche private senza pazienti: sanità campana nella bufera

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Rimborsi della Regione a cliniche private senza pazienti: sanità campana nella bufera
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Un’indagine della Guardia di Finanza rivelata da Repubblica fa allungare pesanti ombre su un accordo tra privati e palazzo Santa Lucia siglato in piena emergenza Covid. Coinvolti diversi personaggi illustri, per un giro d’affari pari a 41 milioni di euro.

La storia è semplice e si racchiude in un concetto elementare: rimborsi da parte della Regione Campania per le cliniche private nonostante i letti fossero vuoti. Il tutto per effetto di un accordo tra privati e palazzo Santa Lucia siglato in piena emergenza Covid, il 28 marzo del 2020. E’ un’autentica bomba, quella sganciata sulla sanità campana dall’inchiesta del quotidiano Repubblica, che rivela un lungo inseguimento da parte della Guardia di Finanza, arrivata a indagare sulla vicenda e a chiedere conto dell’ammanco.

“Si tratta di 3,5 milioni di euro – così si legge nell’articolo –. Coinvolti 20 soggetti: 12 cliniche private e 8 manager, che ora hanno 45 giorni di tempo per replicare alle accuse. Sono chiamati a rispondere il direttore della sanità regionale Antonio Postiglione, che firmò l’accordo con l’Aiop, associazione delle cliniche private. Per lui e per le 12 strutture private il vice procuratore Licia Centro e il sostituto Davide Vitale ipotizzano il dolo. Ma sono coinvolti in via sussidiaria anche i direttori generali e i dirigenti delle Asl, colpevoli di aver liquidato quegli importi: come Ciro Verdoliva e Maria Corvino della Napoli 1, Antonio D’Amore della Napoli 2 Nord e Maria Morgante dell’Asl di Avellino. Tra i destinati di quattro distinti inviti a dedurre, uno per ciascuna delle Asl, figura il gotha della sanità privata: dalla clinica Mediterranea alla Sanatrix di Napoli fino a Villa dei Fiori di Mugnano e alla casa di cura San Francesco di Telese”.

Un flusso di denaro destinato a toccare cifre incredibili, ben 41 milioni di euro. Merito alla Corte dei Conti e al blitz della Finanza, aver fermato la cifra a “soli” 18 milioni di euro. “E i manager delle Asl – continua l’articolo – iniziano anche a recuperare le somme già versate. Ma non ci riescono del tutto: resta un residuo di 3,5 milioni che non sfugge agli inquirenti. Che per mesi hanno persino monitorato i ricorsi delle cliniche ai tribunali civili e al Tar per incassare quelle somme. Tutto nasce da una segnalazione alla Corte dei Conti del 4 maggio, firmata dal collegio sindacale dell’Asl di Benevento. iI revisori notano che tra marzo e aprile tre cliniche private avevano incassato poco più di 1 milione a testa per ‘rimborsi Covid’. Salvo scoprire che nella prima clinica erano registrati zero ricoveri, zero ricoveri anche nella seconda e solo dieci nella terza. Poco dopo arriva un esposto dell’M5s. E sulla scrivania dei pm Centro e Vitale finisce quell’accordo di fine marzo”.

E ancora: “Di fatto, dal 12 marzo per l’emergenza erano sospese le attività delle strutture private, quelle che lavorano in convenzione con un budget annuale fissato dalla Regione. A fine marzo, per supportare gli ospedali pubblici, Palazzo Santa Lucia arruola i privati per il Covid e riconosce ‘il 95 percento del budget mensile’, previsto dai loro contratti con la Regione, ‘a prescindere dal valore della reale produzione’. Ossia a prescindere dai ricoveri. Dopo pochi giorni, il 3 aprile, si firma una aggiunta a quell’accordo, dove si stabilisce che Regione e cliniche avrebbero ‘compensato’ il costo delle prestazioni Covid con quelle non Covid regolarmente svolte nei mesi successivi. Regolando così i loro rapporti, il dare e l’avere nell’esercizio finanziario 2022”.

La norma durante l’emergenza, all’interno del decreto del 19 maggio, parlava di remunerazione solo in caso di prestazione di cura. Completamente diverso dall’accordo regionale, che invece garantisce contributi alla cliniche private in base alla disponibilità di posti. “Non solo – conclude l’inchiesta –. I finanzieri  acquisiscono gli atti e viene fuori che nel piano anti Covid adottato dalla Regione a marzo non era contemplato il ricorso alle strutture private. Solo l’Asl di Caserta si oppone subito ai pagamenti illeciti. A Salerno sono state recuperate tutte le somme. Nei 3,5 milioni di danno finiscono 1,4 milioni di Benevento, 1 milione della Napoli 1, 584 mila di Avellino e 453 mila euro della Napoli 2 Nord”.

Redazione Nurse Times

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