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Riforma Sanitaria Lombarda: modello di riferimento per gli altri SSR?

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Dal 1 gennaio è partita l’attuazione della nuova Riforma Sanitaria Regionale della Lombardia, grazie alla Legge Regionale n. 23/2015, di cui abbiamo parlato in un nostro precedente articolo ribadendo l’importanza dell’istituzione dell’infermiere di famiglia (CLICCA QUI ).

Sarà una Riforma sanitaria epocale, che anticipa il futuro, secondo quanto detto da più fonti. Questa legge sembrerebbe essere, secondo il Ministero della Salute, difforme dal modello organizzativo del Sistema sanitario nazionale, ma anche una legge innovativa, così innovativa che il Ministero non la impugna perché la considera un modello innovativo da sperimentare nei prossimi tre anni, verificandone l’attuazione attraverso una commissione paritetica.

Secondo il governatore Maroni, se questa legge funzionerà diventerà il modello di riferimento di tutto il sistema organizzativo della sanità italiana, determinando una riforma sanitaria nazionale. Con un riconoscimento straordinario.

Maroni. La nostra sanità è un’eccellenza, è quella che costa meno di tutte, meno del 5 per cento del Pil, eppure è quella che garantisce le migliori risposte, ma è un sistema che vogliamo far evolvere per adeguarlo al futuro, per anticiparlo, quando avremo un invecchiamento della popolazione è un aumento delle cronicità. Uno dei punti salienti del nuovo sistema di welfare lombardo è il riequilibrio dell’asse di cura tra ospedale e territorio, in una logica di valorizzazione di entrambi i sistemi e di continuità assistenziale. Vogliamo passare dal principio del curare il malato al prendersi cura del malato. Con questa riforma vogliamo che l’eccellenza che abbiamo nei nostri ospedali in Lombardia venga portata fuori dalla porta degli ospedali e sia estesa all’assistenza del malato una volta uscito dall’ospedale, sulla base del principio della continuità assistenziale per cui chi esce dall’ospedale deve essere assistito da chi lo ha curato dentro l’ospedale. Vogliamo, inoltre, una reale integrazione tra Sanitario e Socio-sanitario nella presa in carico e la continuità assistenziale della persona”.(Fonte: www.varesenews.it )

La recente LR n.23/2015 ha abrogato in modo integrale o parziale un numero rilevante di leggi del periodo 1974-2014. In particolare ha modificato la LR n.33/2009 “Testo unico delle leggi in materia di sanità” e la LR n.3/2008 “Governo delle reti dei servizi della persona in ambito sociale”.

Il sistema delle ASL è stato modificato verso un accentramento regolativo e verso una riduzione numerica.

Osservando ed analizzando il testo della  LR n.23/ 2015, come riforma sanitaria,  possiamo sottolineare alcuni punti:

  1. Viene ribadita la “libera scelta, consapevole e responsabile dei cittadini di accesso alle strutture”;
  2. Le strutture si orientano verso “la presa in carico della persona nel suo complesso”, evitando quindi la frammentazione dell’offerta e delle strategie operative;
  3. Si conferma la “sussidiarietà orizzontale” ovvero parità di diritti e doveri di tutti i soggetti che concorrono all’offerta;
  4. “valutazione multidimensionale del bisogno”;
  5. elaborazione di modelli che assicurino alla persona la continuità di cura e di assistenza, l’attivazione di percorsi personalizzati di presa in carico” e “processo di integrazione tra attività sanitarie, sociosanitarie e quelle di competenza delle autonome locali”.

Effettivamente da quanto appena evidenziato, la LR n.23/2015 sembra essere una strategia sanitaria e civica completa, innovativa e fondata su principi indiscutibilmente apprezzabili.

Ora osserviamo come la LR n.23/2015 comporta nuove organizzazioni amministrative ed operative:

  • La REGIONE: garantisce l’erogazione dei LEA, ha funzioni dio programmazione e controllo, definisce requisiti di accreditamento …
  • Le STRUTTURE ISTITUZIONALI: l’Assessorato alla salute e politiche sociali welfare concentrerà le deleghe che appartenevano all’Assessorato alla salute, alla famiglia, solidarietà sociale, volontariato e pari opportunità (a tal fine sarà necessaria una maggiore comunicazione tra servizi pubblici e Terzo Settore)
  • I COMUNI: la presenza dei sindaci e/o suoi delegati, nelle assemblee di distretto, permetterà l’integrazione e la comunicazione tra Sistema Sanitario e Servizi Sociali
  • Il VOLONTARIATO e TERZO SETTORE: “non devono essere considerate sostitutive dei servizi” ma si dovranno definire “modalità di riconoscimento, rappresentanza, consultazione, collaborazione e controllo”
  • Le UNIVERSITÀ:  favorirà la collaborazione tra le funzioni di assistenza e quello di ricerca.

Le novità delle AST e ASST:

Le Agenzie di tutela della Salute (ATS) rappresentano la proiezione territoriale della Regione per aspetti amministrativi. (Art.6 LR n.23/2015 ) Attueranno la programmazione definita dalla Regione con prestazioni sanitarie e sociosanitarie; attraverso i Distretti svolgeranno le negoziazioni e l’acquisto delle prestazioni, attraverso il governo del percorso di presa in carico della persona, programmi di educazione alla salute, sicurezza alimentare, sanità pubblica veterinaria e monitoraggio della spesa farmaceutica. Ogni ATS avrà i Dipartimenti.

Le Aziende socio sanitarie Territoriali (ASST) sono rappresentate da strutture operative pubbliche della sanità lombarda (Art.7 LR n.23/2015 )

Evidentemente la LR n.23/2015 prevede 3 LIVELLI: quello centrale, le AST o livello amministrativo e il livello operativo delle ASST. Non sussistono più ASL e Aziende Ospedaliere, ma un unico sistema di offerta basato sul coordinamento e l’integrazione fra più parti, il cui effetto dovrebbe portare a connessioni interprofessionali.

Piano SocioSanitario integrato lombardo o PSL:

il quadro dei bisogni della popolazione, gli indicatori dei volumi di attività, gli indicatori dei risultati, i progetti obiettivo, i modelli di continuità di cura, i percorsi personalizzati di presa in carico, l’integrazione tra attività sanitarie, l’identificazione dei livelli di cura (acuto, intermedio, subacuto, riabilitativo…), rappresentano alcuni degli elementi per svolgere la Programmazione attraverso il PSL. Si prevede anche un Piano Regionale della Prevenzione, della durata triennale.

Agenzie Regionali:

–        Agenzia per la promozione del Sistema Sociosanitario Lombardo: produrrà e gestirà strumenti organizzativi e comunicativi a livello nazionale e oltre. Avrà un Osservatorio delle Best Practice Cliniche e un Osservatorio di Soddisfazione degli Utenti (Art. 14 LR n.23/2015 )

–        Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario, con autonomia propria (Art. 11 LR n.23/2015 )

Concludendo l’analisi sinora espressa, ci si auspica un effettivo miglioramento del SSR in termini di efficacia, efficienza e qualità in generale, con tutela e rispetto sia del cittadino che dei soggetti operanti in questo sistema (professionisti sanitari compresi).

E se sarà vero che, dopo una prima fase sperimentale in Lombardia, questo modello verrà proposto ed impugnato a livello nazionale, allora sarà necessario sin da questa prima fase individuare punti di forza e di debolezza per ottimizzare scelte future.

Sarà questa riforma sanitaria, la svolta epocale del nostro SSN, tanto discusso e messo a dura prova da vicende troppo spesso criticate?

Noi di NurseTimes ci auguriamo possa essere così!

Fonti:

–        www.lombardiasociale.it

–        sup33_14-08-2015.pdf

–        Legge Regionale 11 agosto 2015, n. 23 Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)

–        BURL n. 33, suppl. del 14 Agosto 2015

Maurizio Limitone

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