Un esercito che è sempre stato pronto e che ha tenuto a galla il nostro sistema non grazie alle politiche sanitarie ma nonostante le politiche sanitarie.
Da oltre un mese si sente parlare chiunque di medici e infermieri celebrati e definiti eroi. Faccio mia una considerazione apprezzatissima del Dott. Gino Strada, già stimatissimo, alla trasmissione Piazzapulita La7 del 2 aprile. Non perchè non mi piaccia la definizione di eroe ma perchè ritengo non appartenga a uomini e donne dello stato che semplicemente svolgono il loro dovere anche quando questo soverchia di molto le capacità dei singoli e delle organizzazioni.
Strada ha usato pochissime parole ma di peso e soprattutto ben posizionate nel suo intervento. Parte dicendo che il suo grazie va non solo ai medici ma in primo luogo agli infermieri dei quali non si parla mai. Nulla di più vero perchè fino al 21 febbraio 2020 la professione ed il ruolo degli infermieri era ai più secondaria o comunque poco rilevante nell’organizzazione dello Stato. Un esercito che è sempre stato pronto e che ha tenuto a galla il nostro sistema secondo Strada e tutto questo non è stato grazie alle politiche sanitarie ma nonostante le politiche sanitarie.
Sul punto dell’eroismo mi trova pienamente d’accordo. Tutti gli attori di questa emergenza e tutti gli attori degli ospedali, dalle imprese di pulizie al personale amministrativo, si sono trovati catapultati all’istante in una situazione di emergenza epocale ed imprevista. Hanno dovuto sopportare e lo stanno ancora facendo sforzi sovrumani. Ma tutti stanno facendo il loro dovere. Con grande senso di responsabilità. Ci sarebbe da meravigliarsi e indignarsi del contrario, in questo caso va bene il ringraziamento, ma l’ascensione ad eroi è qualcosa che personalmente non condivido e in molti casi è pronunciata da personaggi che la fanno sembrare più una presa per i fondelli.
Anche se nel linguaggio comune potrebbe essere semanticamente corretto (persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s’impone all’ammirazione di tutti), ritengo che non sia così. E mi preoccupa che all’opinione pubblica appaia tale chi compie responsabilmente il proprio dovere perchè vuol dire che questo è visto come qualcosa di eccezionale e non come la regola. Mi viene da pensare a questo punto che se ognuno facesse responsabilmente il suo nel proprio ambito, se ognuno stesse al proprio posto, l’Italia sarebbe la prima potenza mondiale ed economica.
I medici, gli infermieri e tutte le figure professionali e non del nostro sistema sanitario devono fare questo e fanno questo da sempre. Soltanto in questo periodo lo fanno a velocità sostenuta, per un tempo prolungato e con dei carichi abnormi e questo va riconosciuto. Tutto in parte frutto di scelte locali e nazionali scellerate ma in parte anche inevitabile visto il problema all’origine.
Un #sempliceinfermiere
Fonte: Quando lo dico io di Paolo Vaccarello
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