Di seguito la sintesi del rapporto stilato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, basato sul confronto tra Italia e medie EU (in allegato il testo completo).
Dal confronto con le medie EU emerge che attualmente il personale sanitario italiano, rapportato alla popolazione, è caratterizzato da un numero complessivo di medici congruo e da un numero di infermieri insufficiente. Un fenomeno, questo, evidenziato dalla tabella seguente (Fonte: dati OECD 2020).
Italia | Media europea | Differenza tra Italia e media europea | |
Numero di medici per 1.000 abitanti | 4,0 | 3,8 | +0,2 |
Numero di infermieri per 1.000 abitanti | 6,2 | 8,8 | -2,6 |
Nell’ambito del personale medico risultano carenti alcune specializzazioni. La carenza principale riguarda i MMG, che, sebbene rapportati alla popolazione siano apparentemente sufficienti, risultano inferiori rispetto alle medie EU e non omogeneamente distribuiti sul territorio, risultando carenti nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni orografiche o geografiche disagiate.
Il protrarsi del blocco delle assunzioni, interrompendo la regolare alimentazione dei ruoli, ha determinato l’innalzamento dell’età media del personale e il conseguente fenomeno della “gobba pensionistica”. Tale fenomeno, sebbene riguardi tutto il personale sanitario, appare naturalmente più minaccioso per i profili professionali già carenti.
Le due categorie più a rischio appaiono essere i MMG e gli infermieri. Gli interventi limitati all’incremento dell’offerta formativa in altri Paesi europei si è rivelato parzialmente inefficace. Ove si consideri che questi due profili professionali sono gli assi portanti di qualsiasi operazione di potenziamento delle attività sanitarie di prossimità, si ritiene necessario abbinare all’incremento dell’offerta formativa un sistema di incentivi in grado di rendere attrattive tali figure professionali in termini di riconoscimento sociale oltre che economico.
I provvedimenti emergenziali adottati nel corso della pandemia non hanno prodotto significative correzioni delle consistenze di personale “infermieri” e “MMG”. L’offerta formativa delle diverse scuole di specializzazione è stata sensibilmente incrementata a partire dal 2018. Gli effetti di tali incrementi saranno apprezzabili da cinque a sei anni dopo, quindi a partire dal 2023. Per il quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa delle varie scuole di specializzazione sarà in grado di assicurare, a legislazione costante, il numero di pensionamenti prevedibile per lo stesso periodo.
Per il profilo professionale “infermieri” nel quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa attuale sarà in grado di assicurare una disponibilità di personale sufficiente a compensare quello di prevedibile pensionamento nello stesso periodo più quello di prevedibile nuova assunzione in relazione all’esigenza di potenziamento dell’assistenza territoriale.
Il finanziamento del personale minimo previsto nel DM 77/2022 risulta assicurato dall’art. 1 comma 4 e 5 del Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazione con la Legge 17 luglio 2020, n. 77, e dall’art. 1 comma 274 della Legge 30 dicembre 2021, n. 234.
ALLEGATO: Rapporto Agenas
Redazione Nurse Times
- Oss, l’impegno dei deputati Malavasi e Furfaro (Pd) per il riconoscimento della professione
- Caso Wick, nuovo colpo di scena: Cassazione annulla l’assoluzione in appello dell’infermiere
- Nasce ufficialmente oggi l’assistente infermiere: ecco la nuova figura
- Federsanità: “Emergenza solitudine per gli anziani”
- Corso Ecm (17 crediti) Fad gratuito per infermieri sul trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche