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Puglia, la Regione vara il protocollo operativo SEU

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Stabilizzazione dei precari in Puglia: per Ruscitti si tratta di "un dato ormai acquisito"
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Non esiste un vero e proprio allarme, ma è stato comunque varato un sistema di misure preventive per limitare l’insorgenza di nuovi casi.

Nessun allarme SEU in Puglia, piuttosto la messa a sistema sul territorio regionale di misure che permettano di acquisire informazioni sulla circolazione e distribuzione di particolari ceppi di Escherichia Coli, denominati VTEC, e quindi di indirizzare in modo ancora più efficace le azioni di controllo ufficiale preventive volte a limitare l’insorgenza di nuovi casi.

“È fondamentale un’attenta e capillare  prevenzione per limitare l’insorgenza di nuovi casi di Seu in età pediatrica – ha ribadito il direttore del Dipartimento regionale delle Politiche per la salute, Giancarlo Ruscitti (foto) –. Per questo abbiamo divulgato un protocollo operativo per la gestione delle gastroenteriti emorragiche in età pediatrica, uno dei primi sintomi con cui si manifesta l’infezione, che potrebbe evolvere verso insufficienza renale acuta, anemia e piastrinopenia (SEU). Un protocollo che sta già dando i suoi risultati. La Regione Puglia ha dunque puntato, anche in questo caso, sulla prevenzione, costituendo una rete che vede coinvolti tutti i pediatri di libera scelta, i medici di pronto soccorso e i pediatri ospedalieri. L’obiettivo è intervenire efficacemente attraverso la diagnosi rapida e centralizzata delle infezioni da VTEC, finalizzata al corretto e precoce trattamento. Meglio un affollamento al pronto soccorso oggi che un rischio successivo domani”.

Il protocollo operativo è stato elaborato da un gruppo di lavoro multidisciplinare, in collaborazione con FIMP (Federazione italiana medici pediatri), SIP Puglia (Società italiana di pediatri) e OER (Osservatorio epidemiologico regionale), e coordinato da Maria Chironna, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e Sanità pubblica – U.O.C. Igiene del Policlinico di Bari, nonché da Mario Giordano, responsabile  U.O. Nefrologia e dialisi pediatrica del “Giovanni XXIII”.

Le azioni di controllo e prevenzione messe in campo dalla Regione Puglia sono orientate alle molteplici fonti di esposizione ai VTEC (alimenti di origine animale, vegetali che crescono a contatto con il suolo, prodotti lattiero caseari, ecc.), tenendo conto delle informazioni epidemiologiche disponibili, delle caratteristiche ambientali/territoriali, delle abitudini alimentari locali e delle specifiche tecnologie di trasformazione degli alimenti tipici di un determinato territorio.

In continuità con le azioni già messe in atto durante la stagione 2017, la Regione Puglia ha varato, anche per il 2018, un piano di sorveglianza rafforzata sulle matrici (ambientali, alimentari e idriche) potenzialmente a rischio. Obiettivo del piano è potenziare le attività che, in via ordinaria, vengono svolte dai competenti Servizi territoriali dei Dipartimenti di Prevenzione.

Le attività, finalizzate a un monitoraggio ambientale conoscitivo, saranno orientate sul campionamento delle acque provenienti da depuratori autorizzati, che vengono riutilizzate a scopi irrigui oltre che sui 38 corsi d’acqua regionali. Tutte le attività sono state pianificate e definite in stretta collaborazione con ARPA Puglia e Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, oltre che con i referenti dei competenti servizi territoriali dei Dipartimenti di Prevenzione.

La sindrome emolitico uremica (SEU) ha destato, e ancor oggi desta, particolare interesse dal punto di vista sanitario e mediatico. Rappresenta un problema di sanità pubblica in relazione alla possibile sorgente ambientale, alimentare e idrica, nonché umana (per contatto diretto), e al conseguente rischio di epidemie. La sindrome è la conseguenza, nel 5-10% di casi, della tossina prodotta nel corso dell’infezione causata da particolari ceppi di Escherichia Coli, denominati VTEC.

In Puglia si sono verificati due microfocolai epidemici di SEU, causati da infezioni da VTEC. Il primo, nel 2013, ha portato all’identificazione di 20 casi confermati tra giugno e settembre, la maggior parte dovuti a infezione da VTEC O26. Il secondo, nel 2017, caratterizzato da microfocolai dovuti a VTEC di molteplici sierogruppi (17 casi confermati). Nel 2018, fino ad oggi, si sono registrati 4 casi confermati. Ciononostante, la Puglia, per incidenza di casi, si colloca nella media di altre regioni italiane.

Annualmente, e in particolare nel periodo estivo, si rileva, a livello regionale, un determinato numero di casi probabili, possibili o confermati, per i quali viene prontamente avviato un sistema di controlli ufficiali ad hoc, volti all’individuazione dell’origine/fonte dell’infezione e, di conseguenza, utili a evitare l’esposizione di altri soggetti all’Escherichia Coli.

Fonte: www.foggiatoday.it

 

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