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Puglia: gravi episodi di violenza contro il personale del 118, la denuncia dell’Ordine degli infermieri

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Napoli, emergenza aggressioni al 118: il biasimo dell'Opi verso le istituzioni
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Tre episodi gravi di violenza contro gli infermieri, medici e soccorritori delle postazioni del servizio emergenza urgenza 118 nella sesta provincia pugliese Bat

L’Ordine degli Infermieri della Bat, con una nota del suo presidente dott. Giuseppe Papagni denuncia i gravi episodi di violenza ai danni del personale 118, invitando le istituzioni ad agire per arginare un fenomeno che rischia di trasformarsi in una spirale di atti con effetti devastanti.

Di seguito la denuncia dell’O.P.I. Bat


L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Barletta-Andria-Trani esprime la propria solidarietà e nello stesso tempo vuole attenzionare le istituzioni regionali e territoriali come la ASL a quelli che sono gli episodi di atti di violenza a danno degli operatori sanitari, diventata ormai una vera e propria emergenza nazionale.

L’O.P.I. della Bat, in rappresentanza degli Infermieri di questo territorio rilevano il dilagare del fenomeno di aggressioni fisiche e verbali al personale infermieristico impegnato nei servizi di emergenza urgenza e dei punti di primo intervento ospedalieri, per chiedere interventi risolutivi a tutela dell’integrità fisica e morale dei propri iscritti.

Violenza che purtroppo si perpetua nei confronti del personale sanitario che opera quotidianamente in qualsiasi ora del giorno e della notte sui mezzi di soccorso del 118. La nostra vicinanza, quindi, nei confronti di alcuni colleghi che purtroppo, recentemente, hanno subito un infortunio mentre assistevano e soccorrevano dei pazienti. Un primo episodio ai danni di un infermiere in servizio presso la postazione 118 di Trani, che ha determinato l’assenza dal luogo di lavoro per quindici giorni. Un altro episodio, decisamente più grave, nei confronti di un infermiere in servizio presso la postazione 118 di Bisceglie in infortunio da fine luglio. L’O.P.I. della Bat condanna fortemente questi atti di violenza, che mettono in evidenza le difficoltà e i rischi a cui tutto il personale sanitario impiegato in prima linea è esposto.

L’ultimo episodio gravissimo risale alle ore 6 di domenica 21 ottobre. Un episodio che conferma il clima di violenza a cui è esposto il personale sanitario. La violenza ai danni del personale della postazione 118 di Trani per il presunto ritardo nell’intervento. Mentre il medico insieme all’infermiera venivano scaraventate fuori dal locale dove veniva segnalata una persona priva di coscienza, l’autista ed il soccorritore (che ha riportato un ematoma cranico) venivano circondati e malmenati in vario modo. Nonostante tutto il paziente veniva trasportato in Pronto Soccorso dove sono continuate ulteriori aggressioni che costringevano i soccorritori a rifugiarsi nelle proprie stanze.

Riportiamo la testimonianza di uno dei sanitari aggrediti: “Allertati alle 06.00 circa per un codice rosso a Trani in piazza Longobardi all’interno di un locale, al nostro arrivo senza motivazione alcuna veniamo aggrediti fisicamente e verbalmente dagli astanti che in seguito si identificano come parenti. Non riusciamo nemmeno ad avvicinarci al paziente perché in una frazione di secondo un ragazzo visibilmente agitato e alterato scaraventa me fuori dal locale facendomi cadere a terra, buttandomi addosso all’infermiera che mi seguiva. Rialzandomi cerco i miei compagni per poterci mettere in sicurezza ma erano già all’interno del locale. Contatto prontamente la Centrale Operativa di Bari per chiedere immediato soccorso da parte delle forze dell’ordine, ritento di entrare per sedare animi e soccorrere il paziente ma l’estrema situazione di pericolo costringe me e l’infermiera a rifugiarci in ambulanza.

Ricontatto la Centrale Operativa di Bari che nonostante invocassi aiuto non mi rassicura all’arrivo dei soccorsi. Il nostro autista e il nostro soccorritore sono all’interno del locale in preda alla confusione che regna, in preda all’ira del ragazzo che dice di essere il figlio del paziente e in preda alle urla della figlia dello stesso che ci accusa del ritardo nel soccorso.

Non so come riescono i nostri colleghi autista e soccorritore ad uscire dal locale dopo essere stati strattonati e aggrediti fisicamente e con loro il paziente sulle proprie gambe. Viene portato in ambulanza dal figlio credo, che continua insieme al padre ad inveire contro il mio autista. Riusciamo ad allontanarci con il mezzo diretti al pronto soccorso di Trani chiedendo, invocando ancora la Centrale Operativa all’invio di pattuglie di polizia o carabinieri, anzi comunico alla Centrale Operativa che sto rientrando con un codice 5. Giunti in pronto soccorso incrociamo casualmente una pattuglia di Carabinieri che si trovava lì per altro intervento. Li invito caldamente a non allontanarsi spiegando che siamo in pericolo e che siamo stati aggrediti tanto che da lì a poco arriva il figlio del paziente che inveisce e si scontra verbalmente con i carabinieri stessi.

Consegnamo il paziente al collega di pronto soccorso senza poter dare notizia alcuna sul suo stato essendoci stata impedita la visita e la valutazione clinica del caso.

Ci allontaniamo dal pronto soccorso rifugiandoci letteralmente nelle nostre stanze e in accordo con la Centrale Operativa dichiariamo non operativa la postazione di Trani per poterci permettere di farci visitare e refertare dai colleghi di pronto soccorso per le aggressioni subite.

Mai in 14 anni ho avvertito così tanto la sensazione di pericolo di terrore e forse di morte”.

L’O.P.I. invita la direzione strategica della Asl Bat a reagire con decisione a questo ennesimo episodio che poteva avere una evoluzione infausta. Gli operatori sanitari con grande spirito di abnegazione consapevoli delle difficoltà operative a cui sono sottoposti, non sono più disposti ad ulteriori sacrifici.

Pertanto invitiamo la stessa Asl a vigilare sul fenomeno coinvolgendo gli operatori sanitari più esposti al rischio in percorsi di formazione specifici e attraverso una campagna di comunicazione informativa rivolta ai cittadini, anche sul corretto utilizzo del servizio di emergenza urgenza 118 e degli altri servizi sanitari alternativi offerti dalla Asl.

L’Ordine degli infermieri della Bat, dopo la bocciatura sul riconoscimento dell’indennità dell’articolo 44 del CCNL del comparto sanità per gli infermieri centodicciottisti pugliesi, da parte del Consiglio regionale della Puglia e del governatore Michele Emiliano invita a rivalutare tale posizione riconoscendo e valorizzando i professionisti dell’emergenza urgenza, così come avvenuto in altre regioni.

Una posizione quella di Emiliano che diverge da altre realtà Regionali e accordi decentrati che hanno invece legittimamente riconosciuto l’indennità in base all’art.4, comma 2, I° paragrafo, del CCNL del 7.4.1999 del Comparto Sanità che consente, nell’ambito della contrattazione collettiva integrativa, di prevedere “i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi, programmi e progetti di incremento della produttività e di miglioramento della qualità del servizio, con la definizione di criteri generali delle metodologie di valutazione e di ripartizione delle risorse del fondo di cui all’art. 38 comma 3..”.

Vorremmo ricordare al presidente Emiliano che mentre presidiava il 5 ottobre c.m. la seconda riunione del Consiglio Sanitario Regionale sul tema della violenza contro i medici (con la presenza dei soli medici), precludendo la partecipazione degli Infermieri e di altre professioni sanitarie, altri operatori sanitari venivano coinvolti in episodi di violenza.

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Bat nella sua funzione di Ente pubblico sussidiario dello Stato, avendo come riferimento la salvaguardia della salute dei cittadini e quindi degli infermieri, si propone come interlocutore privilegiato con gli organi regionali affinchè venga pienamente valorizzato il lavoro degli infermieri operanti nel sistema 118 pugliese, tutelato nella sicurezza.


La redazione di NurseTimes esprime solidarietà verso tutto il personale colpito da atti di estrema gravità, sperando che questa volta i responsabili siano perseguiti dalla giustizia.

 

Redazione NurseTimes

 

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