“Egregi Presidenti, Egregio Assessore alla Sanità – Regione Puglia, Egregi lettori e colleghi.
Scrivo a nome di un numeroso gruppo di infermieri in servizio presso le Aziende Sanitarie pugliesi, nazionali e colleghi che non lavorano in Italia operanti per lo più in reparti ospedalieri e servizi territoriali che fronteggiano da quasi un anno l’epidemia di Covid-19.
La presente lettera non vuole essere una contestazione ad un articolo letto pochi giorni fa su questa testata ma una precisazione dove colleghi puntualizzavano la propria forma di contratto di lavoro con le varie Aziende Sanitarie pugliesi come premessa alle richieste successivamente esposte.
La mia vuole essere un’ analisi beve ma che coinvolge tutta la categoria infermieristica. Con la seconda ondata in Italia della ormai nota pandemia da Covid-19 le ASL di tutta la nostra Regione si sono trovate a dover fronteggiare la crisi sanitaria con i pochi organici a disposizione, inutile dilungarmi sulla cronistoria che ha portato i famosi tagli alla sanita in Puglia.
Per fronteggiare la crisi le varie Asl e i vari presidi autonomi sempre facenti parte del Servizio Sanitario Nazionale si sono organizzate in maniera rapida come meglio potevano, questo ha portato in prima battuta a redigere e deliberare una serie di avvisi pubblici da parte di tutte le strutture pubbliche che necessitavano di personale sempre facendo riferimento alle possibilità economiche che sono state “sforzate” per assumere personale dato lo stato d’emergenza.
In seconda battuta ha fatto si che il concorso sospeso a inizio 2020 indetto dall’ ASL Bari possa finalmente avere luogo, salvo ulteriori ripensamenti, come già avvenuto ad una settimana dall’ inizio quest’ estate, quando circa 17.000 infermieri si sono visti sospendere il concorso per la seconda volta nel giro di un anno (la prima volta è stato a inizio 2020) mentre in tutta Italia le selezioni avvenivano normalmente nel rispetto delle norme sanitarie.
Una volta appreso che le prove per il concorso inizieranno a metà Febbraio nei vari gruppi e canali social si sono iniziate a creare varie forme di pensiero ed aggregazione ovviamente dettate dalle posizioni lavorative che ognuno di noi ricopre e quindi dai propri interessi personali.
Non mi va di commentare tutte le richieste espresse dal personale precario che ha sottoscritto il primo articolo pubblicato pochi giorni fa. Vorrei soltanto ricordare per onor di cronaca ai colleghi che sono assunti a tempo determinato nelle varie ASL pugliesi che pretendere un riconoscimento è lecito se tutte le forme di contratto di lavoro per le quali un infermiere può prestare regolarmente servizio sono riconosciute alla stessa maniera e tutelate in egual modo.
Personalmente ho vinto un concorso fuori Regione ed ho contribuito a combattere il Covid-19 laddove sono ingaggiato, lontano dai miei affetti più cari con la stessa dose di rischio di chiunque altro mio collega, molti colleghi a tempo determinato e indeterminato in strutture pubbliche pugliesi ed extraregionali hanno fatto la stessa identica cosa, come anche chi ha partecipato ad avvisi pubblici fuori regione e i colleghi che lavorano all’ estero.
Pertanto credo sia giusto e doveroso riconoscere i sacrifici comuni di tutti noi professionisti della salute senza fare distinzione in base a tipo di datore di lavoro e forma contrattuale. Esiste soltanto un modo di essere infermiere ed è quello giurato il giorno della proclamazione di Laurea.”
Ultimi articoli pubblicati
- Prevenire le lesioni da pressione: il 21 novembre torna la Giornata Internazionale STOP Pressure Ulcers
- Convegno “Universalità delle cure e sostenibilità dei Ssn in Europa”: appuntamento a Roma il 22 novembre
- Ostia (Roma), uomo morto per possibile shock anafilattico: indagati tre medici del Centro Paraplegici
- Reggio Emilia, violenza in Pronto soccorso: 16enne prende a pugni due infermieri
- Asl Napoli 3 Sud, sospesa infermiera che si spacciava per cartomante e sensitiva
Lascia un commento