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Puglia, 20 euro in più all’ora contro la fuga dei medici dell’emergenza

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Puglia, 20 euro in più all'ora contro la fuga dei medici dell'emergenza
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Non è detto che la soluzione convinca tutti. Francesco Marino (Fimmg): “Si stanno chiedendo sacrifici enormi ai nostri colleghi. Spero che la Regione Puglia mantenga le promesse”.

Venti euro in più all’ora oltre la 168esima di servizio al mensile fino alla fine dell’estate. E poi, da settembre, l’accordo integrativo regionale che era stato promesso già l’anno scorso. E’ ciò che la Regione Puglia vorrebbe mettere sul piatto per sbloccare la vertenza con i medici dell’emergenza. Ma non è detto che questa soluzione convinca tutti.

L’assessore alla Sanità, Rocco Palese, invoca “provvedimenti emergenziali” e chiede aiuto a Roma: “Serve un accordo nazionale, perché le norme contrattuali sono nazionali e non regionali”. Per il futuro, dice, “la situazione è destinata ad aggravarsi a causa della riduzione del numero degli ammessi alla facoltà di Medicina negli anni Novanta che non è mai stata corretta”.

L’incontro in programma lunedì tra Regione Puglia e sindacati dei medici sull’emergenza 118, che con l’avanzare della stagione rischia di diventare rovente a causa dell’assenza del personale, è stato rimandato a oggi. I tecnici stanno cercando di capire se ci sono fondi residui per assicurare gli incentivi economici richiesti dai camici bianchi, ma la trattativa si fa comunque molto incerta, perché le sigle hanno già alzato gli scudi.

“La risposta non può essere solo emergenziale per la stagione balneare – dichiara Francesco Pazienza, del Sindacato medici italiani – il servizio va riprogrammato ridefinendo la pianta organica. Non possiamo andare avanti mettendo toppe”. E Francesco Marino, della Fimmg: “Si stanno chiedendo sacrifici enormi ai nostri colleghi. Spero che la Regione Puglia mantenga le promesse”.

Ma Filippo Anelli, presidente Fnomceo, vede nero: “Il caso di Brindisi, con un solo chirurgo a garantire i turni, è un inedito in tutta Italia. E la Regione Puglia non può continuare a dire che ci sono sempre meno soldi. E’ vero, ma questo succede dai tempi in cui il governatore era Raffaele Fitto. Il vero problema sono i 450 milioni di deficit che hanno portato a scaricare la croce sui cittadini, bloccando le assunzioni e riducendo sotto i minimi, ulteriormente, la spesa farmaceutica. Si è tagliata la spesa due mesi fa di ulteriori 41 milioni e il risultato è che negli ospedali mancano i farmaci innovativi. E così si torna alla medicina di vent’anni fa, quando si prescrivevano solo antistaminici e cortisone e non i medicinali biologici”.

La situazione è drammatica, dice Anelli, ma bisogna anche capire come si è arrivati fin qui: “Bisogna chiedersi oggi perché la spesa sia schizzata, se ci sia stata la giusta sorveglianza e perché nessuno paghi per questo”.

Di fronte a una situazione del genere il leader dei medici arriva a chiedersi “se la Puglia può permettersi flussi turistici che porteranno fra qualche settimana la popolazione a sei milioni di persone quando non riesce a garantire il diritto alle cure a quattro milioni di residenti”. E accusa la Giunta Emiliano di scarso coinvolgimento “non solo dei sindacati ma anche degli ordini professionali, che sono un ente sussidiario dello Stato”.

Il caos sul 118, conclude, è figlio della mancata programmazione della medicina del territorio: “Si sono persi sedici anni da quando proponemmo di partire con i centri di prevenzione territoriale, quelle che oggi il Pnrr sta finanziando come case di comunità. Se si fossero realizzate, non avremmo l’assalto dei pazienti al 118 per cure di routine che non riescono a ottenere dagli ambulatori”.

Redazione Nurse Times

Fonte: la Repubblica

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