La protesta dei pazienti in A.d.i. di 3° livello nel Sulcis – Iglesiente va avanti e diventa sempre più clamoroso, purtroppo con la decisione di arrivare allo sciopero della fame al 100%. Questa scelta estrema sta provocando non pochi problemi agli stessi pazienti, con il ricorso a ricoveri urgenti dovuti alle scadenti condizioni di salute. Vi riportiamo il comunicato di Simonetta Locci, moglie di Salvatore Zedda, paziente affetto da SLa.
“La nostra odissea è iniziata il primo luglio 2015 all’avvio della fase mista, di quel famoso progetto che ha creato “l’unità operativa di terapia del dolore, cure palliative e hospice” che avrebbe cambiato l’assistenza domiciliare integrata della ASL 7.
Quel tanto acclamato sistema che doveva essere dedicato, che avrebbe garantito tante migliorie, altro non ha garantito che l’ennesimo ricovero di mio marito Tore, affetto da SLa a seguito dello sciopero della fame.
Esattamente come preannunciato da me e dagli altri famigliari dell’associazione le Rondini, l’Unità Operativa voluta dal commissario Onnis, si è rivelata un buco nell’acqua. Un servizio fallimentare in tutti i sensi (se pensiamo che ad oggi il sistema si regge solo perché due rianimatrici si sono viste l’ennesimo ordine di servizio che scade il 30 novembre).
L’U.O è composta da un’unica dottoressa con esperienza che deve gestire 40 ventilati, più un rianimatore in formazione (erano previsti 5 medici rianimatori). Che belle aspettative!!
…dovremo rivolgerci al 118 così come consigliato dal commissario nel mese di luglio!!!
Per contrastare questo ignobile progetto, nonostante la mia riluttanza, mio marito ha deciso di aderire allo sciopero della fame, prima al 50% e da una settimana al 100%.
Da qualche giorno non si sente bene si sente debole, assonnato, gli chiedo di interrompere lo sciopero, ma lui imperterrito continua. Nella sera di sabato 28, mio marito inizia a stare peggio del solito. Cambia colore della pelle, mi dice che gli manca il respiro, ha persino forti dolori alla pancia. La saturazione scende, i battiti cardiaci aumentano, lui è molto agitato, io e le mie collaboratrici, dopo ore di ambu, ossigeno, di mobilizzazione a destra, poi a sinistra, aspirazioni bronchiali, aspirazioni salivari ecc ci ritroviamo sfinite e disarmate. Mio marito continua a star male e io chiamo il mio medico di base!! Non voglio chiamare il 118, non voglio ricoverarlo, magari lei può aiutarci. Arriva a casa in pochi minuti, visita Tore e si accorge che c’è qualcosa che non quadra, mi dice che è necessario il ricovero. Tore è affaticato, ha sonnolenza, scarsa diuresi, tachicardia e ipotensione!
Sono le 20:00, chiama lei stessa il 118, ci rispondono dicendo che non c’è nessuna medicalizzata disponibile <<come??>> dice lei <>; << la richiamo appena si libera, faremo il possibile!!>> risponde l’operatore.
Ebbene, ore 21.30 ben un’ora e mezza dopo, in cui mio marito ha avuto crisi di panico e ansia, in cui piangeva perché stava male, è arrivata la medicalizzata. Controllano i parametri, vedono anche loro che non sta bene, meglio ricoverarlo, si va all’ospedale!
Salgo in ambulanza con mio marito, troppe cose mi frullano per la testa???
PERCHE’ DEVO RICOVERARE MIO MARITO PER COSE CHE AVREI RISOLTO A DOMICILIO SE NON CI FOSSE STATO IMPOSTO UN SISTEMA INCOMPLETO IN CUI NON VENGONO GESTITE LE EMERGENZE??
Perché L’ASSESSORE ARRU NON HA ASCOLTATO I MIEI COLLEGHI??
PERCHE’ IL CAPO DI GABINETTO CI DA DELLE CERTEZZE CHE HO PAURA NON VENGANO RISPETTATE??
Siamo stanchi, sfiniti, purtroppo Tore è stato solo il primo della lunga serie di ricoveri a cui si andrà incontro se non sarà la rianimazione ad andare a casa dei pazienti. I miei colleghi dell’associazione sono spaventati quanto me, qualcuno inizia a sentire la cannula tappata (è periodo di cambio cannula), qualcuno inizia a vedere gli effetti dello sciopero della fame, i malati si sentono stanchi, fiacchi, iniziano a non voler ricevere visite, gli attacchi di ansia sono troppi, la situazione inizia ad essere ingestibile!!
Ahh dimenticavo ore 23:00 mio marito è stato ricoverato!!! Dalle 20:00 sono passate ben tre ore!!!che efficienza ragazzi nella gestione delle emergenze!!! E se avesse avuto bisogno urgente di un cambio cannula????? Lascio trarre a voi le conclusioni.
Grazie Assessore Arru!!!
Simonetta Locci
Moglie di Salvatore Zedda – Malato di Sla”
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