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Primo prelievo multi-organo a cuore fermo grazie al lavoro di équipe di 30 medici ed infermieri degli ospedali di Parma, Reggio e Modena

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Primo prelievo multi organo a cuore fermo grazie al lavoro di équipe di 30 medici ed infermieri degli ospedali di Parma, Reggio e Modena
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È stato portato a termine con successo il primo prelievo multiorgano a cuore fermo. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al lavoro di équipe di 30 medici ed infermieri dell’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

Il prelievo è stato effettuato su un donatore di 67 anni mediante l’utilizzo dell’ECMO, dispositivo per la circolazione sanguigna extracorporea.

“Nelle procedure standard – racconta Sandra Rossi, direttore della 1°Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Parma – il prelievo di organi è effettuato a cuore battente, su un donatore in morte encefalica. In questo caso invece è stato il cuore a essersi fermato e gli organi sono stati preservati grazie alle procedure di perfusione extracorporea con Ecmo”.

Il prelievo di fegato e reni è stato effettuato nei giorni scorsi presso la struttura di Anestesia e Rianimazione dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia diretta da Giorgio Francesco Danelli, insieme agli specialisti della 1° Anestesia e Rianimazione e della Cardiochirurgia dell’Ospedale di Parma, dirette rispettivamente da Sandra Rossi e Tiziano Gherli, e ai professionisti della Chirurgia Oncologica Epato-Bilio-Pancreatica e trapianti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta da Fabrizio di Benedetto.“

Grazie all’eccellente lavoro di squadra del gruppo di professionisti sanitari e del Coordinamento regionale trapianti, tutto è andato per il meglio.

“Tempo e sinergia tra tutti i vari specialisti – precisa Stefano Lunardi coordinatore per la donazione di organi e tessuti dell’Ospedale di Parma – sono due fattori fondamentali. E’ essenziale la rapidità di impianto dell’Ecmo, per garantire la circolazione del sangue e l’ossigenazione degli organi addominali. È essenziale il coordinamento perché il mantenimento degli organi è un tassello della filiera che porta al prelievo e da questo al trapianto”.

“La donazione d’organi e a cuore fermo – spiega la dottoressa Elisa Becchi, Coordinatore dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia per la Donazione di Organi e Tessuti – è una procedura complessa nella quale organizzazione e tempestività devono essere perfette. La Rianimazione di Reggio Emilia era pronta da tempo ad affrontare la donazione a cuore fermo: la grande disponibilità e collaborazione dei colleghi di Parma hanno reso possibile il prelievo e il successivo trapianto di fegato e reni”.

L’esperienza maturata nel corso degli anni dai colleghi di Parma è stata unita alle competenze e all’organizzazione della Rianimazione di Reggio Emilia risultando fondamentale per il buon esito della donazione.

“E’ grande la soddisfazione – commenta Danelli – per come a Reggio Emilia sia stato possibile eseguire un prelievo da donatore dichiarato deceduto con il criterio cardiaco. Un risultato reso possibile grazie a un lavoro di squadra con equipe di tre ospedali, Reggio Emilia, Parma e Modena, segno questo di un grande spirito di collaborazione all’interno del sistema sanitario regionale.

Queste procedure – precisa Danelli – sono più diffuse in altre realtà europee per consentire la riduzione della discrepanza tra organi disponibili e pazienti in attesa. Un ringraziamento particolare va alla generosità della famiglia del donatore che ha trasformato un dramma in una speranza di vita per tanti pazienti. Senza il loro gesto non sarebbe stato possibile raggiungere questo importante risultato”.

Simone Gussoni

Fonte: ParmaToday

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