Sono stati sospesi dal lavoro il 1° aprile dopo aver lavorato in somministrazione per oltre un decennio. Ora si spera in una sorta di reinternalizzazione attraverso un concorso riservato al 50% del fabbisogno, come previsto dalla Legge di Bilancio 234 del 2021 (lettera C).
Si è svolta davanti alla sede della Regione Campania, a Napoli, una manifestazione di infermieri e oss che per oltre un decennio hanno lavorato in somministrazione all’ospedale di Caserta e che sono stati sospesi dal lavoro il 1° aprile scorso per la sopravvenuta cessazione del contratto di appalto con la ditta di lavoro somministrato. La loro richiesta? Essere internalizzati dall’Azienda ospedaliera attraverso un concorso ad hoc, così come previsto dalla normativa regionale.
“Siamo sempre noi, i somministrati dell’Azienda ospedaliera di Caserta – spiega Rosa Della Ventura, portavoce del gruppo, formato da 70 lavoratori -. Chiamati eroi durante il Covid e poi licenziati dopo 15-20 anni di lavoro, siamo venuti in Regione per farci ascoltare, visto che grazie alla Legge di Bilancio 234 del 2021 (lettera C), c’è la possibilità di avere questa sorta di reinternalizzazione con un concorso riservato al 50% del fabbisogno. Invece veniamo palleggiati da un lato all’altro e non considerati”.
Prosegue Della Ventura: “Ci sono silenzio e indifferenza da parte di chi può risolvere, ma la domanda sorge spontanea: forse non si vuole risolvere? Diciamo sempre le stesse cose, non c’è stata alcuna umanità nel valutare il nostro lavoro, non tanto da parte di chi ci governa, perché non conoscono le nostre vite, ma da parte delle istituzioni sanitarie, che hanno usufruito di noi nei momenti peggiori dell’emergenza, unici forse a consentire alla struttura di mantenere i Lea (livelli essenziali di assistenza). Adesso chiediamo che al più presto si tenga un tavolo tecnico in Regione per discutere dell’applicabilità della lettera C”.
Negli ultimi anni ci si è aggrappati un po’ a tutto: proroghe; tentativi salva-contratto; appelli nelle more della Legge Madia; l’ultima novità della Legge di Bilancio, che sembrava fornire qualche appiglio per la stabilizzazione. E poi le agitazioni, gli scioperi, i sit-in a Napoli e Caserta. Niente da fare.
Nulla si è mosso nemmeno dopo l’incontro dello scorso 19 maggio con Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale, in cui si era discusso proprio del personale impiegato in mansioni sociosanitarie, alla presenza anche dei rappresentanti sindacali. In quella circostanza Franco Della Rocca, segretario generale di Cisl Fp Caserta, e Nicola Cristiani, segretario confederale con delega alla Sanità, avevano chiesto l’applicazione della Legge di Bilancio 234 per salvaguardare i circa 70 lavoratori. Non sarebbe la prima volta, del fresto. Esiste un recente precedente in Campania, dove l’Aorn Santobono di Napoli ha emanato un bando in tal senso. E in base a quanto stabilito da Antonio Postiglione, direttore generale Tutela della salute e Coordinamento Servizio sanitario regionale, l’attuazione della Legge rientra nei poteri aziendali, nel rispetto del piano del fabbisogno e delle spese di bilancio.
Ora si spera in questa forma di reinternalizzazione attraverso un concorso riservato al 50% del fabbisogno. I sindacalisti ribadiscono dunque l’appello al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Caserta Gaetano Gubitosa “affinchè attui nell’immediato l’iter procedurale, così da mettere fine allo stato di precariato che affligge questi operatori da anni e che sono stati impegnati in prima linea nel corso di uno dei periodi più duri vissuti a causa del Covid”. E ringraziano il presidente Oliviero “per aver dato voce a questa istanza”.
Redazione Nurse Times
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