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Prato. Marocchino ‘assedia’ il pronto soccorso per giorni

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Prato, donna morta per dopo assunzione di paracetamolo: medico e infermiera accusati di omicidio colposo
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Per tre giorni consecutivi, un marocchino esagitato ha messo a ferro e fuoco il pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato. E nonostante diverse ‘visite’ in Questura, è ancora libero di agire indisturbato.

Forse è record. O poco ci manca. Perché da diversi giorni, un cittadino marocchino ha letteralmente preso d’assedio il pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato. Praticamente quasi indisturbato. Come fa? Beh… arriva, chiede farmaci e poi… minacce, insulti e botte all’indirizzo dei vigilanti e dei sanitari, creando il panico ed intralciando l’attività del dipartimento di emergenza e accettazione. Sembra proprio che il cittadino nordafricano abbia una sorta di contenzioso col nosocomio: in tre giorni, sono state infatti ben tre le offensive ai danni della struttura, dei sanitari, delle guardie e dei pazienti in attesa di essere visitati.

Il primo episodio si è verificato nel primo pomeriggio di mercoledì 27 aprile: l’uomo si è presentato al Pronto Soccorso in evidente stato di agitazione, pretendendo che gli fossero somministrati dei medicinali. Al diniego del personale sanitario, il tizio si è ‘rumorosamente’ inalberato, ma è quando sono giunti sul posto i vigilantes dell’ospedale che la sua mente illustre ha dato decisamente di matto: parolacce, botte e addirittura sprangate che hanno ferito uno degli agenti. È stato necessario l’intervento della polizia, che ha prelevato il soggetto e lo ha condotto in questura. Non appena libero, finalmente pregno di un civile senso di legalità, il ragazzo si è recato in un negozio, dove ha rubato un paio di scarpe del valore di 100€.

Il giorno dopo, giovedì 28 aprile, l’uomo è tornato alla carica, stavolta presso gli ambulatori della Guardia Medica del nosocomio. Dove ha nuovamente richiesto, anzi preteso, che gli fossero prescritti dei farmaci. Senza successo. Anzi, i sanitari lo hanno invitato a presentarsi di nuovo in pronto soccorso. L’ira funesta del marocchino non si è fatta attendere: ha tirato fuori una lametta da barba e, tra strilli e imprecazioni varie in diverse lingue, ha minacciato gesti autolesionisti. Questa volta sono stati allertati i Carabinieri che, giunti sul posto, hanno faticato non poco per riportare l’esagitato e la situazione alla calma.

Ma non c’è due senza tre. Venerdì 29 aprile, stavolta in serata, il nordafricano si è presentato nuovamente al Pronto Soccorso del Santo Stefano, forse temendo di destare qualche preoccupazione nei sanitari e nei vigilantes che ancora non lo avevano visto arrivare. Il copione è stato lo stesso, con qualche schernente variante: ha per l’ennesima volta insistito per ottenere la prescrizione di farmaci che gli era stata negata nei giorni precedenti, dopodiché ha ricominciato col solito casino, minacciando gli infermieri, le guardie giurate e per almeno un’ora bloccando l’attività del dipartimento.

Per aggiungere un pizzico di colore ed una pesante valanga di sdegno verso il suo patetico melodramma, il genio incompreso ha sventolato per lunghi tratti il foglio di un decreto di espulsione dal territorio italiano, che ha mostrato orgoglioso ai presenti irridendo di fatto il provvedimento. Ancora una volta è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, che lo hanno riaccompagnato di nuovo in Questura.

Una volta identificato e denunciato in stato di libertà per minacce a pubblico ufficiale, l’uomo è stato liberato. Poco dopo è entrato in un bar, dove ha derubato del cellulare un signore cinese che stava prendendo il caffè. È stata, per l’ennesima volta, chiamata la polizia che lo ha ripreso e riportato di nuovo nel suo locale preferito: la Questura. Il genio incompreso è stato ancora una volta denunciato, questa volta per furto aggravato e… indovinate un po’? È stato nuovamente rimesso in libertà.

Un chiaro e riuscito esempio di integrazione, quindi. Che per giorni ha tenuto in ostaggio forze dell’ordine, personale sanitario, un intero dipartimento di emergenza e i poveri pazienti in attesa di essere visitati. Ma non solo: il marocchino esagitato ci ha anche sbattuto in faccia, schernendoci senza ritegno, la sua pressoché totale impunità; lasciandoci in bocca un amarissimo e paralizzante sapore di impotenza. Che fa veramente schifo. Staremo mica allegramente aspettando che la situazione degeneri e che il pazzo compia atti ancora più violenti verso il personale sanitario, le guardie e la polizia? Viva l’Italia.

Alessio Biondino

Fonti: blastingnews.com, iltirreno.gelocal.it

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