Medici, infermieri e tecnici dell’ospedale Santo Stefano sono finiti nel mirino della Procura. Truffa e peculato i reati contestati.
Ben 44 professionisti sanitari dell’ospedale Santo Stefano di Prato, tra medici, infermieri e tecnici di laboratorio, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della locale Procura. Al centro del’inchiesta c’è la prassi irregolare di favorire amici e parenti in prelievi ed esami del sangue, eseguiti senza pagamento del ticket sanitario.
Una prassi consolidata da anni (fin dal 2014), che risulterebbe dai documenti che la guardia di finanza ha acquisito nel laboratorio analisi. I reati contestati a vario titolo sono quelli di peculato e truffa. A far nascere i primi sospetti sarebbe stata una controversia, approdata davanti al giudice di pace, tra due sanitari dell’ospedale, proprio in merito all’attività del laboratorio.
L’Asl Toscana Centro ha voluto sottolineare la propria collaborazione con la Procura per fare piena luce sulla vicenda. Ha inoltre attivato una commissione d’inchiesta interna per verificare le responsabilità e valutare provvedimenti a carico dei soggetti finiti sul registro delle notizie di reato. “Le nostre decisioni saranno rapidissime e colpiremo gli eventuali comportamenti illeciti”, ha dichiarato il direttore generale Paolo Morello Marchese.
Redazione Nurse Times
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