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Posizione prona nel paziente con Sindrome da distress respiratorio acuto: l’analisi retrospettiva delle complicanze

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Posizione prona nel paziente con Sindrome da distress respiratorio acuto: l’analisi retrospettiva delle complicanze
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Pubblichiamo di seguito una traduzione dell’analisi osservazionale svolta dai ricercatori Lucchini A, Bambi S, Mattiussi E, Elli S, Villa L, Bondi H, Rona R, Fumagalli R e Foti G dal titolo originale “Prone Position in Acute Respiratory Distress Syndrome Patients: A Retrospective Analysis of Complications“.

L’applicazione precoce e prolungata della posiziona prona si è dimostrata in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti affetti da Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) di grado moderato o grave.

Tale decubito è una componente chiave della ventilazione polmonare protettiva in associazione con un ridotto volume corrente (TIDAL) e alla somministrazione di farmaci bloccanti neuromuscolari nei pazienti affetti dalle forme di ARDS più gravi.

Le principali complicazioni del lungo mantenimento della posizione prona sono le lesioni da decubito. Il tasso di complicazioni è però in costante diminuzione all’aumentare dell’expertise del personale sanitario che assiste i pazienti.

Un gruppo di ricercatori dell’ASST di Monza ha realizzato un’analisi osservazionale monocentrica retrospettiva delle complicanze, per esaminare le cause delle principali complicanze causate dall’applicazione della posizione prona colpiti da ARDS.

Sono stati arruolati complessivamente 170 pazienti, con un’età media di 49 anni (interquartile range [IQR], 38-63). Del totale dei partecipanti, il 58% (n = 98) è sopravvissuto al ricovero in terapia intensiva. Il totale delle manovre di pronazione è stato 526, con una media di 2 sessioni di pronazione per ogni paziente (IQR, 1-3).

La durata media della sessione di pronazione è stata di 9 ore (IQR, 7-12). Ventitré pazienti hanno manifestato lesioni da decubito dopo essere stati pronati (14%). Le regioni anatomiche maggiormente interessate dalle lesioni sono state le seguenti:

– 5% viso/mento (n=8)

– 6% volto/guance (n=11)

– 2% torace (n=3)

– 1% trocantere (n=1)

– 5% altre aree (n=8)

Altre complicazioni sono state osservate nell’1% delle manovre (n=6) tra tutte le pronazioni effettuate (vomito 2%, dislocazione del tubo endotracheale 0,4%). Nessuna rimozione accidentale dei cateteri vascolari è stata osservata.

In conclusione, il tasso di complicazioni osservato nei pazienti affetti da ARDS sottoposti a manovre di pronazione è risultato sovrapponibile ai dati riportati precedentemente in letteratura.

L’implementazione di un protocollo dedicato in unità operativa specialistiche ed il coinvolgimento di 5 professionisti formati durante la manovra di spostamento sono raccomandate per prevenire l’insorgenza di eventi avversi simili.

Dott. Simone Gussoni

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