La carenza di personale nelle aziende sanitarie piemontesi è sempre più drammatica. A Biella un solo infermiere per 15 posti letti all’OBI
La grave carenza di personale che colpisce tutte le aziende sanitarie del Piemonte si rispecchia all’atto pratico nella sempre maggiore difficoltà a coprire i turni, a erogare i servizi e, di conseguenza, anche nelle difficoltà a smaltire il sovraffollamento di alcuni reparti.
Tra i reparti in cui si verificano le maggiori criticità vi sono i Dea e gli OBI (Osservazione Breve Intensiva) in cui i pazienti possono essere ricoverati fino a un massimo di 36 ore, che hanno visto esponenzialmente i posti letto aumentare, anche per le emergenze affrontate in questi anni, senza che a questi aumenti siano corrisposti aumenti di personale.
Si è arrivati così ad avere reparti in cui vengono più che ampiamente, e in modo gravissimo, ignorate le linee guida nazionali per la gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso, che prevedono un minimo inderogabile di un infermiere ogni due letti. Oggi in Piemonte in quasi tutte le Aziende Sanitarie, negli Obi, abbiamo un infermiere ogni 8/10 letti, con il carico impossibile di lavoro da sopportare che si può immaginare.
Esempio negativo in questo senso è l’ospedale di Biella dove la carenza di personale ha portato il rapporto infermieri/letti all’OBI ad avere un solo infermiere dedicato per 15 letti a disposizione. Una situazione inaccettabile e pericolosa, perché tra stanchezza e burn out si espone il professionista ad un aumento enorme della possibilità di compiere errori.
Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie chiede il rispetto dei criteri di rapporto per l’attività di Obi secondo le linee di indirizzo nazionali e regionali e un immediato incontro con la Regione per pianificare in modo da creare un tavolo di lavoro programmatico ed inclusivo per rivalutare o definire le modalità e criteri del Piano di Gestione del Sovraffollamento.
Il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, assieme al Dirigente Territoriale Nursing Up Piemonte, Marco Attivissimo, aggiungono: “Ma ci rendiamo conto che la necessità di personale è un fatto concreto, terreno, perché la scarsità di infermieri e professionisti della sanità nelle aziende sanitarie Piemontesi ha un impatto diretto, e negativo, sulle prestazioni erogate?
Il caso dell’ospedale di Biella è emblematico per una situazione che pare davvero fuori controllo. Ma come si può pensare che sia sufficiente un solo infermiere per 15 postazioni letto? Una assurdità che espone il professionista alla possibilità concreta di compiere errori dovuti alla scarsa lucidità conseguente alla stanchezza per i turni massacranti affrontati. E il paziente a ottenere prestazioni al di sotto delle reali possibilità di eccellenza della nostra sanità.
Urge che la Regione dia un segnale forte per mettere fine a questa situazione in cui le norme nazionali sulla gestione dei Dea e del sovraffollamento vengono con tanta leggerezza derogate, partendo da un concreto e realizzabile piano assunzioni. È poi imperativo ripensare la strategia di gestione del sovraffollamento in tutte le aziende sanitarie del Piemonte, instaurando con i rappresentanti dei lavoratori un tavolo programmatico che possa ridefinire le modalità di gestione di queste situazioni con soluzioni concrete e realizzabili.
Non è più accettabile proseguire così, facendo finta di nulla, con situazioni come quella di Biella in cui oltre ai pazienti sono gli infermieri stessi a rischiare trovandosi da soli a gestire carichi di lavoro di fatto non gestibili”.
Redazione NurseTimes
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