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Petizione Nursing Up, raccolte 13mila firme su Change.org per cambiare il Ccnl

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Petizione Nursing Up, raccolte 13mila firme su Change.org per cambiare il Ccnl
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Secondo Antonio De Palma, presidente del sindacato, “il messaggio è chiaro: si riapra la contrattazione”.

Raccolte 13mila firme per la petizione del sindacato degli infermieri Nursing Up, che chiede la modifica del contratto del comparto Sanità siglato il 23 febbraio scorso da Cgil, Cisl, Uil e Fsi.

“Le adesioni sono al di sopra delle nostre aspettative, il messaggio è chiaro: si riapra la contrattazione. Con questo strumento di democrazia diretta, chi ha firmato sulla piattaforma Change.org fa sentire la propria voce, il proprio dissenso a coloro che hanno proposto e sottoscritto un Ccnl che penalizza di fatto gli infermieri italiani. Una categoria di lavoratori che ha aspettato nove anni per il rinnovo contrattuale e ora si vede recapitare una condanna senza appello sotto forma di contratto. I professionisti sanitari si meritavano di essere valorizzati, invece saranno costretti a turni ancora più massacranti senza neanche la possibilità di poter rappresentare le proprie ragioni, perché l’unica legge è l’aziendalizzazione a tutti costi. È questo il futuro della Sanità?”. Così Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, commenta il successo dell’iniziativa lanciata una settimana fa, che ha registrato migliaia di adesioni.

Forte di questo risultato, il sindacato ha organizzato assemblee sul territorio nazionale per ascoltare gli infermieri, raggiungendoli negli ospedali e nelle Asl di tutta Italia. Intanto, per firmare la petizione dal titolo “Cambiamo il nuovo contratto di lavoro della Sanità pubblica”, basta andare sul sito Change.org e inserire i propri dati anagrafici nel form.

Perché Nursing Up non ha sottoscritto la pre-intesa all’Aran?

  • non è vero che tutti gli infermieri avranno un aumento medio tabellare di 85-90 euro a regime;
  • non hanno assegnato agli infermieri la categoria DS;
  • i lavoratori vengono considerati sempre di più bassa manovalanza;
  • non è vero che le indennità degli infermieri sono aumentate: solo alcune di esse potranno, forse in futuro, essere integrate dalla contrattazione integrativa;
  • non è vero che non hanno toccato il riposo continuativo di 11 ore: chi viene chiamato in pronta disponibilità se ne accorgerà;
  • caposale, coordinattori ed esperti resi precari: tutti con incarichi a scadenza;
  • mancano le 4 ore di servizio retribuito da dedicare alla formazione ECM obbligatoria, a differenza di quanto avviene per i medici;
  • mancano norme o posizioni di apertura sull’attività libero-professionale;
  • è troppo poco il tempo per il cambio divisa e per il passaggio di consegne: dopo anni sono stati finalmente concessi 15 minuti totali per effettuare queste due operazioni;
  • è sparito il diritto alla mensa per i lavoratori notturni e per i turnisti;
  • gli enti non hanno limiti alla loro costante attività di utilizzo improprio del personale infermieristico: un’aziendalizzazione spinta al massimo, senza tenere conto delle persone.

“Chiediamo – si legge in calce alla petizione Nursing Up – al presidente del Consiglio dei Ministri e al Comitato di Settore Regioni e Sanità di impartire all’Aran, prima della sottoscrizione definitiva del nuovo contratto di lavoro della Sanità, direttive integrative per risolvere le criticità sopra evidenziate, individuando anche le risorse aggiuntive necessarie”.

 

Papagni Giuseppe

 

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