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Perugia, scandalo concorsi truccati: c’era un “ufficio raccomandazioni”

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Perugia, scandalo concorsi truccati: c’era un “ufficio raccomandazioni”
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Le microspie della Procura inchiodano i protagonisti della vicenda. Nelle varie selezioni sfilano protetti e parenti.

Le tracce delle prove di otto concorsi truccati erano scambiate a mano negli uffici di Emilio Duca e Maurizio Valorosi, rispettivamente direttore generale e amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Perugia. “Consigli per gli acquisti”, li definisce un’indagata, alludendo ai raccomandati che scavalcano gli altri, magari più bravi. Ma tutte le volte le microspie ambientali installate dalla Procura – con la scusa di una bonifica dall’antrace dei vigili del fuoco – registrano audio e video, scattano foto.

Nel caso da cui nasce l’inchiesta della Procura di Perugia, Duca è immortalato nell’ufficio di Valorosi dalle cimici con un foglio A4 contenente quelle che risulteranno essere le tracce delle prove selettive del 31 gennaio 2018. Duca mostra l’appunto a Valorosi e gli dice che si deve recare in Consiglio regionale per consegnarle, secondo i pm, all’assessore Luca Barberini, poiché la prova inizia il giorno successivo e i concorrenti raccomandati non sarebbero stati in grado di superarla.

Concorsi che riguardano posti per infermieri, tecnici amministrativi, ma anche dirigenti medici. Vedi il primariato di Anestesia, spinto da Barberini e per il quale interviene a caldeggiare anche l’ex assessore di Umbertide, Paolo Leonardi. Qui emerge la necessità di abbassare il punteggio dei titoli di Giuseppe Nardi, già primario con un curriculum importante al San Camillo di Roma, per avvicinarlo a Fabio Gori, che risulterà vincitore. “L’indicazione dell’assessore è quella di non prendere nessuno proveniente da fuori regione”. Duca è esplicito: “Han da accorcia’ le dis… an da abbassa quello”.

La mole di segnalazioni ricevute dal direttore generale per le categorie protette è imponente. Arrivano i sindacalisti come Angelo Scatena, segretario Fp Cgil, che consegna a Duca tre bigliettini per il concorso per disabili. Duca risponde “di averne ‘un kg’ di nomi per le categorie protette”, di non sapere come gestirli e, scherzando, dice che “bisogna fare una verifica per vedere come hanno votato”. L’obiettivo è piazzare i candidati di Catiuscia Marini e Gianpiero Bocci.

Poi c’è il nome presentato da Marco Cotone, della Uil. È indispensabile per Duca e Valorosi organizzare una riunione con i presidenti delle commissioni d’esame, in particolare con Rosa Maria Franconi e con Maria Cristina Conte, per farsi dare le domande e per dar loro un ordine di priorità. Valorosi esprime perplessità circa “un incontro effettuato congiuntamente con i presidenti di commissione”, ma Duca replica che tanto non è un mistero. Valorosi fa il gesto delle manette, a significare che, se li intercettano, li arrestano. Così è stato.

Nelle varie selezioni sfilano protetti e parenti. Come quello di Moreno Conti, della segreteria Pd. Duca assicura Conti che per la nipote è tutto “a posto” e gli chiede di informare Bocci che la stessa cosa vale per la sua candidata. Le richieste sono più dei posti disponibili. A un certo punto, Duca è consapevole del captatore informatico, il Trojan nel suo telefono che registra da remoto. Per questo chiude nel cassetto il cellulare. Le registrazioni ambientali danno conto anche dei tentativi di scoprire dove sono le microspie. Come quando Potito D’Errico (che prova a ottenere informazione dalle forze dell’ordine) tasta la scrivania per cercare le cimici. Che verranno bonificate il 24 luglio dall’investigatore privato Aldo Modena.

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere dell’Umbria

 

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