Il Presidente dell’Associazione “PediatricNurse Power Italy” dott. Guglielmo Marciano in una nota inviata al Ministro Speranza e al sottosegretario Sileri sottolineano il ruolo e le potenzialità dell’infermieristica pediatrica come strumento di miglioramento della qualità, dell’appropriatezza e della sicurezza delle cure nell’assistenza al neonato, bambino, adolescente e alle loro famiglie tenuto conto dei problemi potenziali ed attuali di salute
L’Associazione di Promozione Sociale (APS) Pediatricnurse Power Italy evidenzia il problema della tutela e della valorizzazione della specificità dell’Infermiere Pediatrico e del suo ruolo all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.
Le funzioni dell’infermiere pediatrico sono individuate fin dal 1997 dal relativo Profilo Professionale (D.M. n. 70/1997): “L’infermiere pediatrico è il professionista sanitario che, in possesso del titolo abilitante e dell’iscrizione all’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI), è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica, Gestisce ed attua interventi di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo nei confronti di neonati e bambini, sani a ammalati, fino al diciottesimo (18) anno di età, nonché nei confronti della famiglia e della comunità relativamente ad interventi di educazione sanitaria e promozione della salute”.
Gli ambiti occupazionali nei quali l’infermiere pediatrico esercita in regime di dipendenza e/o libera professione sono:
- Ospedale;
- Territorio
- Domicilio
- Comunità Infantili
- Scuole
Il successivo “Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari” presentato presso il Ministero della Salute il 6 febbraio del 2013, fornisce uno strumento di tutela del minorenni che vivono le diverse realtà sanitarie nell’ottica prevista dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989. Nella parte III “Minori e assistenza sanitaria” si rileva che i minori hanno diritto di essere curati ed assistiti da medici ed infermieri ed altri professionisti sanitari che abbiano una specifica formazione di base o una specializzazione post-laurea in ambito pediatrico e/o adolescenziale.
La Pandemia Covid-19 ha fatto emergere con forza la necessità di potenziare le attività di prevenzione, diagnostica, riabilitazione territoriale e di assistenza domiciliare anche in ambito pediatrico. La necessità è quella di ridisegnare il Servizio Sanitario Nazionale in modo da garantire una risposta efficace all’espandersi della fascia di popolazione più fragile, tipicamente multicronica, mediante un’offerta di assistenza bilanciata, che renda i servizi territoriali la prima e più vicina porta di accesso ai servizi socio-sanitari per i cittadini.
L’ottica è quella di promuovere un nuovo concetto di salute inteso non solo come prevenzione e cura delle malattie in età evolutiva, ma anche come acquisizione precoce di stili di vita salutari e difesa da situazioni di rischio e fragilità, fondamentale premessa di una vita migliore nelle fasi successive. In questo contesto, uno dei pilastri su cui puntare gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza per la Missione Salute, è proprio la figura dell’infermiere pediatrico per l’assistenza nella fascia di età 0-18 anni, sia in ambito ospedaliero (neonatologie e pediatrie) sia in ambito territoriale (infermiere di famiglia/comunità e scolastico). L’infermiere di famiglia pediatrico potrebbe gestire i processi infermieristici in ambito familiare e di comunità di riferimento e operare in collaborazione con il pediatra di libera scelta e l’équipe multiprofessionale per aiutare pazienti e famiglie a trovare le soluzioni ai loro bisogni di salute e a gestire le malattie croniche e le disabilità.
In analogia a quanto descritto dall’ American Academy of Pediatrics gli infermieri scolastici potrebbero invece valutare i problemi di salute, sostenere gli studenti con speciali esigenze di assistenza sanitaria, partecipare alla gestione delle emergenze e delle situazioni urgenti, gestire lo screening sanitario, l’immunizzazione e la segnalazione di malattie infettive, identificare e gestire i bisogni cronici.
Inoltre, gli infermieri scolastici sarebbero i principali operatori sanitari per gli studenti che vivono in aree rurali e disagiate a cui manca l’accesso diretto all’assistenza sanitaria e svolgerebbero un ruolo fondamentale nella comunità per identificare bisogni sanitari insoddisfatti, favorendo la relazione tra salute e istruzione.
Si chiede pertanto di sapere se il ministro in indirizzo intenda sollecitare, attraverso le Regioni di appartenenza, le relative Aziende Sanitarie Locali ed Ospedaliere nell’attivazione di procedure di assunzione e/o assegnazione di personale del profilo specifico di Infermiere Pediatrico per le realtà sanitarie ospedaliere e territoriali appena descritte.
Redazione NurseTimes
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