Maria Grazia Di Domenico, 27enne originaria di Cava de’ Tirreni, è morta il 24 maggio 2021 all’ospedale Gemelli di Roma. Sette giorni prima, alla Casa di Cura Santa Famiglia, si era sottoposta a un intervento in day-surgery, durato una ventina di minuti, per una conizzazione uterina. Nel momento delle dimissioni aveva avvertito dolori addominali, per i quali le furono prescritti antibiotici e fermenti lattici. Poi fu trasferita al San Pietro e, mentre era in coma, al Gemelli.
A distanza di oltre due anni il fidanzato Matteo Callegaro ha parlato con l’edizione romana di Repubblica. “Ho piena fiducia nei legali e negli organi giudiziari – ha dichiarato -. I tempi sono quelli che sono, lunghi. Io intanto rimango incredulo e continuo a pensare che mi sia successo qualcosa di inspiegabile, che non ha senso”.
Questo il racconto di Matteo: “Ci avevano detto che dopo poco l’avrei potuta portare a casa. Un po’ come togliersi un neo, insomma. E per questo non avevamo proprio considerato eventuali complicazioni. Parlavamo del quotidiano, di come migliorare la nostra casa… Avremmo dovuto firmare in Comune per il matrimonio un mese dopo, e la festa sarebbe stata a settembre”.
E ancora: “Sognavamo di diventare genitori. Da giugno saremmo stati a tutti gli effetti una famiglia, io e lei. Invece sono passato dal massimo della felicità alla disperazione totale, a sensi di vuoto, di lutto irrisolto. L’aspetto più difficile è fare i conti con l’assurdità di quello che è successo”.
Per la morte di Maria Grazia è a processo il ginecologo Vincenzo Campo. A sporgere denuncia sono stati sua mamma e lo stesso Matteo, puntando il dito contro il medico, che avrebbe causato il decesso della ragazza, perforandole l’utero e il sigma distale durante l’intervento e omettendo di valutare adeguatamente la sintomatologia derivante da tali perforazioni, per poi prescriverle antibiotici e fermenti lattici.
Il processo penale è in corso, con la prossima udienza fissata a gennaio, e così quello civile. Inoltre la famiglia Di Domenico ha chiesto al tribunale una revocatoria per annullare il trust che il dottor Campo aveva costituito appena 24 ore dopo la morte della paziente, facendovi confluire il suo patrimonio immobiliare. Un modo per impedire a eventuali creditori di aggredire i suoi immobili.
Redazione Nurse Times
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