Stando alla versione dell’uomo che ha richiesto l’intervento, un maliano di 29 anni, l’operatore telefonico avrebbe risposto che “le ambulanze sono in vacanza”.
“Non mi hanno preso in considerazione, per questo ho deciso di non perdere tempo e di chiamare l’operatore della cooperativa. Non mi sono arrabbiato, anche se ci sono rimasto male perché si trattava di un’emergenza”. Queste le parole con cui Gnarega Dembele (conosciuto come Vie), maliano di 29 anni, ha denunciato un episodio che riguarderebbe un suo dialogo telefonico con l’operatore del 118.
L’uomo, arrivato in Italia con un barcone nel 2011 e residente in una struttura di accoglienza gestita dal Gruppo R (dove è mediatore culturale in quanto parla quattro lingue, tra cui l’italiano), ha chiamato i soccorsi alle tre di notte per segnalare che un profugo stava male. A suo dire, l’infermiere della centrale operativa non gli avrebbe però creduto. Anzi, per canzonarlo, gli avrebbe addirittura risposto che “le ambulanze sono in vacanza”.
Il dottor Andrea Spagna, direttore del Suem di Padova, dopo aver ascoltato tutte le registrazioni telefoniche, non ci ha messo molto a ribattere: “Non risulta alcuna telefonata in cui il nostro personale dice che le ambulanze sono in vacanza. Alle 3.05 del 5 febbraio 2018 risulta una richiesta di intervento da un cittadino che parlava con molta difficoltà la lingua italiana e che lamentava dolore addominale. L’infermiere che ha ricevuto la telefonata ha raccolto tutti i dati utili alla gestione dell’intervento e ha attivato l’ambulanza del pronto soccorso dell’ospedale di Piove di Sacco, competente per il territorio, attribuendo il codice di gravità presunta verde. Poco dopo è giunta una seconda telefonata, sempre per lo stesso intervento, in cui è stato spiegato all’interlocutore che il mezzo era in arrivo. Mi auguro ci sia stato solo un fraintendimento, magari dovuto a problemi con la lingua”.
Per il Suem 118, quindi, l’infermiere “ha avuto un comportamento corretto” nel gestire la richiesta di intervento.
Alessio Biondino
Fonte: Corriere della Sera
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