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Padova, infermiera no vax sospesa: il caso approda alla Corte di giustizia europea

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Padova, sedò e stuprò sette pazienti: infermiere condannato a dodici anni di carcere 1
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Sospeso il giudizio in merito al ricorso della lavoratrice (che rivuole posto e stipendio) e fascicolo inviato in Lussemburgo. Il Policlinico ha deciso di resistere in giudizio.

È muro contro muro sul caso dell’infermiera no vax che sarà esaminato dalla Corte di giustizia europea. La dipendente dell’Azienda ospedaliera di Padova, sospesa ormai da quattro mesi, chiede di rientrare in servizio, di percepire lo stipendio e di incassare anche gli arretrati. Ma l’ente regionale si oppone all’istanza e per questo il contenzioso torna in tribunale.

L’addetta della Neurochirurgia è stata sanzionata con la sospensione a partire dallo scorso 16 settembre per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale e i vertici del Policlinico hanno ravvisato l’impossibilità di destinarla a mansioni diverse, che non implicassero il rischio di diffusione del contagio. Il 22 ottobre la lavoratrice ha fatto causa all’ente, spiegando di avere solo quella fonte di reddito e sostenendo di essere guarita dal Covid e di aver sviluppato gli anticorpi.

Il 7 dicembre il giudice Roberto Beghini ha emesso un’ordinanza che ha sospeso il giudizio, rinviando il fascicolo in Lussemburgo. Ai giudici europei si chiede di stabilire, tra l’altro: se le autorizzazioni relative ai vaccini “possano essere considerate ancora valide” alla luce del “protocollo di cura con anticorpi monoclonali e/o antivirali”; se l’obbligo valga anche per i sanitari che “siano già stati contagiati e quindi abbiano già raggiunto un’immunizzazione naturale”; se gli stessi operatori “possano opporsi all’inoculazione, almeno finché l’autorità sanitaria deputata abbia escluso in concreto, e con ragionevole sicurezza, che non vi siano controindicazioni in tal senso”; se il mancato rispetto della legge “possa comportare automaticamente la sospensione dal posto di lavoro senza retribuzione o se si debba prevedere una gradualità delle misure sanzionatorie”.

In attesa che la Corte si pronunci, la donna vorrebbe tornare al lavoro e percepire i relativi emolumenti, anche pregressi. Di fronte a questo reclamo l’Azienda ospedaliera ha deciso di resistere in giudizio.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Gazzettino

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