Le radiazioni solari sono in grado di inattivare il SARS-CoV-2 prese te nelle goccioline di saliva e depositate su diversi materiali nel giro di pochi minuti.
Questo è quanto emerso dall’analisi dei dati ottenuti ricavati durante la ricerca ‘Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces‘ pubblicata il 20 maggio dall’Università di Oxford sul Journal of Infectious Diseases.
Secondo quanto si legge nella prefazione, “recedenti studi hanno dimostrato che il virus della COVID-19 è stabile sulle superfici per lunghi periodi in ambienti interni”.
In questo studio, invece, ricercatori hanno eseguito esperimenti “ricreando artificialmente la luce e la radiazione solare rappresentativa del solstizio d’estate a 40°N latitudine al livello del mare in una giornata limpida”. Ne è emerso che la luce solare simulata è in grado di inattivare in 6,8 minuti il 90% dei virus nella soluzione che imitava la saliva e in 14,3 minuti nei terreni di coltura. Si è verificata anche una significativa inattivazione, sebbene a una velocità inferiore, a livelli di luce solare simulati più bassi.”
“Il presente studio – si legge – fornisce la prima prova che la luce solare può inattivare rapidamente SARS-CoV-2 sulle superfici, suggerendo che la persistenza, e quindi il rischio di esposizione, possono variare significativamente tra ambienti interni ed esterni. Inoltre, questi dati indicano che la luce solare naturale può essere efficace come disinfettante per materiali non porosi contaminati.”
Fonte: AdnKronos
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