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Ospedali Pubblici che aderiscono al Progetto Garanzia Giovani: la schiavitù dell’Infermiere avrà mai fine?

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In seguito alle numerose lamentele derivanti dai recenti concorsi pubblici per Infermiere un’azienda ospedaliera ha avuto la brillante idea di offrire un’opportunità di lavoro al personale infermieristico utilizzando il prezioso strumento denominato “Progetto Garanzia Giovani“.

L’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati di Avellino” offre l’irrnunciabile opportunità di impiego nell’ambito del Progetto Garanzia Giovani: “Con il presente avviso – comunica l’Azienda – si forniscono informazioni utili ai giovani interessati ad un percorso di tirocinio, della durata di 6 mesi, per il quale è previsto un compenso di 500 euro mensili.

Professioni richieste: Infermiere Professionale, Tecnico Sanitario Radiologia Medica, Tecnico Sanitario Laboratorio biomedico, Fisioterapista, Operatore Socio sanitario, Assistente Amministrativo”.

Dopo aver usufruito dei servigi gratuiti del tirocinante l’azienda ospedaliera la prova ad estendere il periodo di sfruttamento per ulteriori 6 mesi, questa volta offrendo un contentino di 500 euro.

Per aderire al progetto occorre essere residenti nella provincia di Avellino, avere un’età compresa tra i 18 e i 29 anni, non avere in essere alcun contratto di lavoro e non frequentare alcun percorso di studi secondario o universitario.

Il fenomeno della svendita della nostra professione sembra non avere fine.

Giovani neolaureati e disoccupati per svariati motivi accettano di lavorare in cambio di compensi ridicoli o addirittura gratis, per fare esperienza e non perdere la manualità acquisita durante il periodo di lavoro forzato definito “Tirocinio Clinico” dalle Università.

Infermieri neolaureati si affacciano al mondo del lavoro senza avere la benché minima concezione dei propri diritti lavorativi, delle proprie reali competenze lavorative e senza cconoscere le tipologie di contratti che potrebbero incontrare nel loro percorso di ricerca di un’occupazione.

Per quale motivo alle Università italiane non interessi l’insegnamento dei diritti degli Infermieri potrebbe essere facilmente intuibile.

Perché non dedicare parte delle ore impiegate ad addestrare gli studenti nel fare gli angoli dei letti, nella procedura di distribuzione della colazione o sulla tecnica di lucidatura dei comodini dei pazienti alla formazione sui diritti sindacali e contrattuali dei futuri professionisti?

È sicuramente più semplice e più producente avere futuri professionisti ignoranti e demansionabili a piacimento anziché avere degli operaltro competenti.

Un infermiere indottrinato dall’Università accetterà volentieri di lavorare per 500 euro al mese dando vita al fenomeno della schiavitù infermieristica che, dopo essere diventata un obbligo deontologico grazie al famigerato articolo 49, potrebbe diventare un obbligo lavorativo per i neolaureati.

Simone Gussoni

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