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Opi Trento: “Rsa, investire negli infermieri per tutelare la salute degli ospiti”

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Opi Trento: "Rsa, investire negli infermieri per tutelare la salute degli ospiti"
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Di seguito un comunicato stampa a firma di Daniele Pedrotti, presidente dell’Ordine trentino.

Da tempo l’Ordine degli infermieri di Trento esprime forte preoccupazione per le dotazioni infermieristiche sottodimensionate nelle Rsa, che mettono a rischio la sicurezza dell’assistenza a ospiti con bisogni sanitari e assistenziali sempre più complessi, legati all’aumento dell’età media, delle co-morbilità, delle politerapie (complessità profili SVAMA 44% gravi, 41,9% medi, indagine UPIPA 2018). Negli ultimi anni i bisogni degli ospiti delle Rsa si sono evoluti verso un aumento significativo di quelli sanitari e assistenziali.

L’emergenza sanitaria da coronavirus ha ulteriormente palesato l’esigenza di potenziare competenze sanitarie infermieristiche. L’Ordine non entra nel merito della proposta avanzata dalla Giunta provinciale con l’emendamento alla legge di assestamento di bilancio, ma da sempre sostiene la necessità di una riforma dell’organizzazione delle Rsa trentine, che, considerando la complessità e la delicatezza di questi setting assistenziali, deve partire da un’analisi attenta e sistematica e deve essere affrontata in modo strutturato e condiviso con le parti coinvolte (UPIPA, SPES, Ordine infermieri, Ordine dei medici, organizzazioni sindacali…), non limitandosi a interventi isolati.

Gli infermieri sono una risorsa preziosissima e insostituibile difficile da reperire in questo momento, e le Rsa sono setting di cura dove l’infermiere può agire appieno i propri ambiti di autonomia e responsabilità nella presa in carico della persona. Assistere 50-60 ospiti durante il turno del mattino o pomeriggio e fino 110-115 durante la notte, come tuttora avviene, non permette di garantire sicurezza delle cure ai pazienti anziani con cronicità e fragilità, e determina carichi assistenziali elevatissimi per gli infermieri ad alta componente di stress. Si evidenzia, inoltre, che spesso ai concorsi per infermiere in Rsa si presentano pochi candidati o vanno addirittura deserti, e il turnover infermieristico è elevato (molti infermieri in occasione di un concorso in APSS lasciano le Rsa, pur riconoscendo che sono contesti a elevato potenziale per la professione infermieristica). Su questo è necessario riflettere, anche alla luce dell’emergenza coronavirus, in primis per continuare a garantire le migliori cure agli ospiti delle Rsa.

Alla luce di quanto sopra premesso, l’Ordine ritiene irrinunciabili le seguenti azioni:
– Potenziamento delle dotazioni quanti e qualitative di infermieri modulando lo standard del numero di ospiti per infermiere in relazione alla complessità assistenziale degli pazienti e caregiver, alle caratteristiche organizzative e strutturali del contesto, alle competenze necessarie e al modello assistenziale. Si ritiene necessario per garantire la sicurezza e qualità delle cure degli ospiti anziani che siano applicate le raccomandazioni e standard per dotazioni infermieristiche sicure provenienti dalla ricerca.
– Investimento strutturato sulle competenze avanzate e specialistiche degli infermieri (ad es. incentivare e sostenere la partecipazione a master, laurea magistrale, corsi di formazione continua di tipo clinico…) e riconoscere e valorizzare l’elevata qualificazione degli infermieri attraverso incarichi formali. Le specializzazioni e l’elevata qualificazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie sono necessarie oggi per rispondere a bisogni e processi complessi che caratterizzano l’assistenza e la cura degli anziani (ad es. area clinica: prevenzione delle infezioni, ulcere da pressione, malnutrizione, declino cognitivo).
– Integrare funzioni di leadership infermieristica, anche dirigenziale, nella governance delle RSA per progettare e implementare processi di cambiamento e innovazione di modelli assistenziali centrati sulla persona e la famiglia e governare processi assistenziali che integrino bisogni sociosanitari e sociali.

Il processo di revisione dell’organizzazione delle Rsa, che l’Ordine sostiene con determinazione, deve avvenire all’interno di un progetto condiviso, senza snaturarne la filosofia assistenziale, allineando il fabbisogno di competenze sanitarie, i livelli di responsabilità e i modelli di presa in carico ai reali ed attuali bisogni degli ospiti. E’ necessario investire sull’attrattività delle Rsa, mettendo in campo una pluralità di strategie, a partire dal creare le condizioni affinché gli infermieri possano agire appieno la loro professionalità, e siano riconosciute e valorizzate le loro competenze in modo strutturato sia dal punto di vista giuridico che economico.

Ovviamente l’Ordine è pronto a dare tutto il supporto necessario alle istituzioni per realizzare queste richieste nel modo migliore, più appropriato, ma anche più rapido possibile. I modi ci sono, basta volerli prendere in considerazione davvero. Ci hanno definito “eroi”. In realtà siamo professionisti come gli altri, che credono nel proprio lavoro: prendersi cura delle persone.

Redazione Nurse Times

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