Non sembra proprio esserci pace per gli infermieri anticonformisti che desiderano andare contro le regole e la legge. Dopo la “strage” di sospensioni dal lavoro a carico dei sanitari NoVax ora è l’OPI di Firenze-Pistoia a proseguire l’opera di purificazione che colpirà centinaia di loro iscritti.
Nonostante i numerosi richiami, sono ancora centinaia i professionisti a non possedere una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC).
«A fronte di un totale di 9354 iscritti al nostro Ordine, ancora 828 risultano senza Pec – spiegano dal consiglio direttivo di Opi Firenze Pistoia –. Abbiamo già inviato, come richiede la legge, 623 diffide e solo in 200 hanno risposto. Vogliamo quindi ribadire la necessità di mettersi in regola: chi non è a norma viene sospeso dall’Ordine».
A stabilire l’obbligatorietà ad avere una PEC per gli infermieri è il Decreto legge 76 del 16 luglio 2020 (“Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”). I professionisti, inclusi gli infermieri e infermieri pediatrici, che non comunicano il proprio domicilio digitale (Pec) all’albo o elenco a cui sono iscritti, vanno incontro alla sospensione fino alla comunicazione della propria posta elettronica certificata.
Lo scorso anno, proprio con l’obbiettivo di facilitare gli infermieri, Opi Firenze Pistoia si era fatto anche carico della spesa per l’attivazione di caselle PEC gratuite per tutti i propri iscritti.
“Siamo stati costretti ad arrivare a questo punto”
Sono queste le parole del presidente dell’OPI toscano, che ha spiegato come siano state recapitate le prime 96 notifiche di sospensioni, che impediranno loro di poter esercitare la professione infermieristica in termini di leggi.
Ma l’obbligatorietà di avere una propria
PEC non è affatto una novità per gli infermieri. È dal lontano 2009, che con il
comma 7 dell’art.16 della
Legge 2/2009, si
sanciva l’obbligo rivolto a tutti i professionisti di comunicare al proprio Ordine un indirizzo di
posta elettronica certificata.
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