Riceviamo e pubblichiamo un comunicato redatto dall’ufficio stampa dell’Ordine barese.
Di seguito tutte le informazioni, con i relativi “numeri”, che tutti gli organi di stampa d’Italia hanno divulgato lunedì 8 luglio 2019, dopo la conferenza stampa realizzata dalla guardia di finanza, sull’indagine condotta all’ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta e definita “Quinto Piano”:
- 2 anni d’indagini, con appostamenti, inseguimenti e telecamere poste dentro e fuori l’ospedale di Molfetta;
- 300 episodi di assenteismo di cui si sarebbero resi responsabili medici, infermieri e impiegati amministrativi;
- 30 persone a cui sono contestati a vario titolo i reati di truffa ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato: 5 i medici coinvolti; 17 gli impiegati amministrativi; 5 gli impiegati manutentori; 1 caposala (?); 1 infermiera professionale; 1 esterno all’ente ospedaliero.
Delle 30 persone coinvolte sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 1 ordinanza con obbligo di dimora nel comune di residenza. Rese pubbliche le generalità delle 12 persone agli arresti domiciliari, della persona con obbligo di dimora e di 9 delle restanti 17 persone che sarebbero coinvolte.
Tanto premesso, per quanto è dato di sapere rispetto agli arrestati e altri resi pubblici, dell’infermiera (professionale) presunta truffaldina, imbrogliona, disonesta, fraudolenta (giusto per citare alcuni titoli di stampa) e dei reati a lei ascritti, a oggi non c’e traccia.
Tutti gli infermieri di Molfetta in attività all’ospedale “Don Tonino Bello”, anzi della Puglia e d’Italia, meritano rispetto. Un presunto caso di coinvolgimento della professione infermieristica nei fatti di cronaca di questi giorni non può e non deve diventare strumento di un intollerabile dileggio a una classe professionale impegnata a sostenere i bisogni di salute dei cittadini, pure nella precarietà del Sistema sanitario pugliese.
Redazione Nurse Times
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