DE PALMA, NURSING UP: «IL PERSONALE SANITARIO CONTAGIATO A NAPOLI TRISTE ESEMPIO DI UNA POLITICA ORGANIZZATIVA CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI. SI FACCIA IL POSSIBILE, ADESSO, PER RIMEDIARE ALLA CARENZE STRUTTURALI DEL CARDARELLI. A RISCHIO LA SALUTE DI PAZIENTI, INFERMIERI E MEDICI».
Roma, 21 maggio 2020 – «Barelle ammassate nei corridoi, pazienti che rischiano di non poter avere le cure necessarie e tempestive in pronto soccorsi affollati e difficili da gestire anche per operatori sanitari preparati ed efficienti come ce ne sono tanti in Italia nel nostro Mezzogiorno: e poi carenza di personale, turni troppo spesso costruiti con confusione e approssimazione, dinamiche organizzative lacunose affidate a gestioni regionali eccessivamente autonome, manca uno Stato forte, capace di rifare, e bene, le regole sanitarie. Tutto questo mette in discussione prima di tutto la salute dei cittadini, e poi, nel pieno di una emergenza che ancora non ci ha voltato le spalle, compromette anche l’integrità fisica dei nostri infermieri e dei medici».
Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, commentando con amarezza il caos del Cardarelli e la vicenda delle 11 persone contagiate dal covid-19: 2 dottoresse, 2 infermieri e ben 7 pazienti maschi.
«I nostri referenti locali ci raccontano di uno scenario desolante a cui non possiamo, non vogliamo fare l’abitudine. In pochissimi giorni 11 contagi all’interno di un ospedale sono davvero tanti, ma potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg di una situazione di pericolo che al Sud per fortuna non è mai esplosa. Mi chiedo, da infermiere, da uomo, cosa sarebbe successo se Napoli avesse avuto nel mese di marzo il flusso di contagi di Bergamo e Brescia? Come avrebbe vissuto il Cardarelli una situazione del genere? Cosa mai avrebbero potuto fare i nostri infermieri di fronte a un precipitare degli eventi di questo genere?
«Non sono ipotesi fantasiose, sbotta De Palma, non possiamo tollerare che i nostri infermieri debbano lavorare in situazioni del genere, dove manca l’equilibrio di una organizzazione degna di tal nome. Dove la politica nazionale ha voltato le spalle alle responsabilità, delegando ai poteri locali, come al gioco “della palla che scotta”.
«Basta con le dichiarazioni di facciata. Basta con la politica dei fatti che non è seguita dalle azioni concrete. Napoli non è un’altra Italia e gli infermieri napoletani non sono operatori sanitari di un altro Paese. Il focolaio presente al momento al Cardarelli è pericoloso e va monitorato con attenzione.
«Vedo, dice stizzito De Palma, molta superficialità e leggerezza nelle reazioni delle autorità competenti. Non percepisco preoccupazione, tensione costruttiva.
«Sono in costante contatto con i nostri referenti locali per avere aggiornamenti sulla situazione: abbiamo il dovere di pretendere, da cittadini e da infermieri, che qualcosa cambi e anche subito».
Lascia un commento