Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura del presidente nazionale del sindacato, Antonio De Palma (foto).
Accogliamo favorevolmente, ma non senza l’indispensabile cautela, la notizia ufficiale relativa alla recente manovra del Consiglio dei ministri, che conferma l’inserimento di un emolumento accessorio straordinario previsto per 3,2 milioni di lavoratori dello Stato. La misura sarà spalmata su 13 mensilità. Il provvedimento, precisamente l’articolo 62 della manovra, prevede un’indennità pari all’1,5% dello stipendio per le 13 mensilità e riguarda naturalmente anche gli operatori della sanità pubblica.
Si tratta di cifre che, allo stato delle informazioni disponibili, non dovrebbero certo essere altissime – si parla di 20 o al massimo 30 euro – e per questo restiamo vigili e in attesa di conoscere i dati reali. Certo, va dato atto al nuovo Governo di avere smosso in qualche modo le acque rispetto alla situazione di un sistema che, nonostante i barlumi di luce del nuovo Contratto, è ancora ben lontano dal rappresentare quell’isola felice per gli operatori sanitari, nella quale tutti ci auguriamo di vivere nel prossimo futuro.
Come sottolinea Il Sole 24 Ore, la copertura integrale dei nuovi contratti costerebbe al complesso della pubblica amministrazione circa 16 miliardi. Questi sarebbero divisi fra Stato e altri enti, che si pagherebbero gli aumenti in autonomia. Saranno i fatti e il tempo a dimostrare se le buone intenzioni diventeranno realtà, posto che la contingenza economica è particolarissima.
Lo stesso ministro Schillaci ha commentato con molta amarezza i recenti dati Ocse, che collocano gli infermieri italiani agli ultimi posti d’Europa come retribuzioni, senza dimenticare che quei 1.780 euro mensili (dati Ragioneria dello Stato), al netto di premialità e straordinari percepiti dagli infermieri, sono ancora una volta uno schiaffo in pieno viso rispetto al mutato costo della vita e all’inflazione che morde le gambe.
Non dimentichi, il Governo Meloni, che l’indennità di specificità infermieristica ammonta ad appena 72 euro, e non la si può certo considerare un traguardo appagante, ma solo un piccolo passo avanti rispetto a una valorizzazione ancora lontana anni luce. E allora ben vengano, da parte del nuovo Esecutivo, queste decisioni: una sorta di indennità di vacanza contrattuale inedita, almeno fino a oggi, finalizzata a rendere più dignitosi stipendi che sono tra i più bassi del vecchio continente. Certo è che non mancheremo di porci in modo critico e oggettivo nei confronti del nuovo Governo, portando avanti con tenacia i nostri obiettivi.
Redazione Nurse Times
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