«La nostra rabbia, il nostro dolore, adesso più che mai chiedono giustizia. Soprattutto perché siamo di nuovo di fronte, in uno dei due casi; ad un terribile suicidio legato alla paura, allo stress, al terrore, ai turni massacranti»
ROMA 14 NOV 2020 – «La Campania, straordinaria terra di infermieri valenti e coraggiosi; nel pieno di un dramma-contagi condito da una disorganizzazione sanitaria agghiacciante, piange nelle ultime ore il decesso di ben due colleghi.
E noi, come sindacato, come soggetto da sempre vicino alle esigenze prima di tutto umane e poi professionali dei “soldati delle corsie”, non possiamo non vivere il dolore, la tragedia, di perdite che di questo passo; se non ci saranno interventi radicali per arginare l’emergenza, saremo costretti, nostro malgrado, a dover continuare a raccontare».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, porta a conoscenza degli organi di informazione della morte di un uomo e una donna; entrambi infermieri, entrambi campani, una avvenuta in provincia di Salerno, l’altra nel casertano, a distanza di poche ore l’una dall’altra.
«Se da un lato ci turba, ci sconvolge profondamente, dover prendere atto del decesso di una nostra valente collega; una coraggiosa donna di 57 anni dell’Asl di Caserta che ha sempre dedicato il suo lavoro ai pazienti e alla famiglia, dall’altro rimaniamo sgomenti rispetto a quanto è accaduto in provincia di Salerno.
Qui un uomo, un infermiere come noi, di soli 48 anni, non ce l’ha fatta; non ha retto, e si è tolto la vita con il peggiore dei gesti estremi, lanciandosi dal balcone della sua abitazione.
Ci dicono che lavorava al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona: da qualche giorno non riusciva a rassegnarsi al riacutizzarsi del covid. La depressione per l’isolamento domiciliare, la paura, il terrore di continuare a soffrire, di non uscire dal tunnel, lo hanno messo in ginocchio.
Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui ad uccidere non è il contagio ma le conseguenze psicologiche di turni massacranti; di stress e traumi sino al burn out, difficili da superare quando ogni giorno si guarda in faccia un nemico agguerrito e subdolo, che nei suo occhi porta il peggiore dei riflessi : “la morte”.
E’ questo il momento in cui i politici do turno, i datori di lavoro, amaramente silenziosi e indifferenti di fronte alle nostre sofferenze; si interroghino una volta per tutte sulle proprie pesanti responsabilità.
Perché quando il cervello non ce la fa più, quando la mente arriva a concepire certi gesti insani; ci si trova di fronte a malattie mentali come la sindrome di burnout, che nasce come conseguenza di un profondo e lacerante esaurimento emotivo.
Da tempo invochiamo interventi mirati. Da tempo chiediamo alle regioni di assumersi le responsabilità della cura e del recupero degli infermieri che hanno vissuto e vivono il dramma sulla loro pelle. Risposte idonee non ne arrivano pero’; e resta quel silenzio assoluto che ci lascia intendere, più che mai, che siamo soli, sempre più soli, e costretti a combattere a mani nude e disarmati. Siamo stanchi! Siamo arrabbiati! E ci rifiutiamo di accettare il perdurare di queste condizioni. Nei prossimi giorni prepareremo un allarmante report sui contagi degli infermieri italiani nella seconda ondata del Covid. Metteremo a nudo la peggiore delle verità lanciando anche una proiezione che, nella lapidarieta’ dei suoi dati, si preannuncia agghiacciante».
Il Referente del Nursing Up per la stampa, Alfredo Iannaccone
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