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Nursing Up: “Bene il varo di ‘quota 100’. Ora un piano assunzioni per non mettere a rischio il Ssn”

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Sindacati convocati in Aran per sottoscrivere il Ccnl. Nursing Up: “Ribadiamo il nostro no”
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Il sindacato infermieristico prende spunto da un’intervista televisiva di Massimo Garavaglia per dire la sua sul tema pensioni.

“Se è vero che, con l’introduzione di ‘quota 100’, migliaia di infermieri andranno in pensione anticipata e che i reparti degli ospedali rimarranno ancora più sforniti di quanto già non lo siano ora, chiediamo al Governo un piano assunzioni da attuare immediatamente, prima che si avvii il pensionamento dei professionisti sanitari che stavamo aspettando, affinché non si metta a rischio la tenuta del Ssn”. Così Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, commenta le dichiarazioni del viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, rilasciate durante una trasmissione di Rai 3.

Il numero due del Mef ha detto: “Quello dell’infermiere, a 61-62 anni, è ovviamente un mestiere gravoso. Quindi è necessario che ci sia un ricambio, ma lì è stata fatta una scelta politica: non investire in sanità. Risultato: sofferenza. Adesso che facciamo? Siccome non si è investito più per 10 anni, allora li teniamo fino a 100 anni? No. E allora per gli infermieri c’è assolutamente bisogno di un ricambio”.

Nursing Up accoglie con favore il varo di “quota 100”, una norma standardizzata che permetterà finalmente anche agli infermieri che lo richiederanno di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi, mentre le colleghe potranno farlo a 58 anni, usufruendo dell’opzione donna. Ma allo stesso tempo il sindacato rileva “l’assenza di una norma che riconosca appieno i benefici riservati alle attività usuranti e che consenta ai professionisti della salute di andare prima in pensione, perché fare l’infermiere non è come fare l’impiegato”. E quindi, ancora una volta, “non si tengono in considerazione la specificità della professione e il suo elevato grado di usura”.

Inoltre il sindacato solleva una serie di interrogativi:

  1. Quando migliaia di professionisti sanitari andranno in pensione nel 2019, loro sacrosanto diritto, quali sono le certezze di assunzione di un numero che sia almeno pari a quello degli infermieri in uscita, in grado perciò di garantire un ricambio generazionale della forza lavoro in corsia?
  2. Quali sono i rischi per tutto il Ssn, se vengono meno, entro il breve periodo, esperienza e competenza maturate in anni sul campo e non si è ancora cominciato a crescere e coltivare le nuove professionalità, affinché avvenga il passaggio delle consegne in modo valevole?
  3. Che prospettive hanno, gli infermieri, di vedere riconosciuto il numero di colleghi congruo che possa garantire efficienza ed efficacia al Ssn, già gravato da carenza di organico e retto sulle spalle di una categoria stremata da turni massacranti in cambio di stipendi da fame?

Il sindacato ricorda poi che la categoria aspetta da dieci anni lo sblocco del turnover, il riconoscimento giuridico delle figure specializzate e la possibilità di fare carriera, solo per citare alcune delle richieste che sollecita da tempo. In riferimento alla riforma pensionistica approvata in manovra finanziaria, infine, Nursing Up si chiede, “di fronte alla realtà di un Ssn in ginocchio, dove finisce la propaganda e dove inizia la programmazione ragionata di una politica che pensa a garantire per tutti i cittadini i livelli essenziali di assistenza (Lea), e quindi la salvaguardia del diritto alla salute sancito dalla Costituzione”.

Redazione Nurse Times

 

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