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Nursind Piemonte: “Che fine hanno fatto le risorse assegnate per assumere infermieri?”

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Nursind Piemonte: "Che fine hanno fatto le risorse assegnate per assumere infermieri?"
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Francesco Coppolella, segretario regionale del sindacato, denuncia l’ipossibilità di sapere come siano stati spesi i fondi e annuncia di aver depositato un esposto alla Procura della Corte dei Conti.

“Dopo tre mesi dalla prima richiesta alle aziende sanitarie regionali, ad oggi non è stato ancora possibile sapere come siano stati spesi i soldi previsti dal D.L. 34, convertito in Legge 77/2020, che prevedeva per il Piemonte: 25.131.702,57 euro per il 2020; 25.131.702,57 euro per il 2021, atti a potenziare l’assistenza domiciliare; 24.498.199,64 euro per il 2020 e 35.350.937,44 euro per il 2021 per assunzione di infermieri di famiglia e/o di comunità. Cifre ripartite dalla Regione Piemonte, con DGR n. 37-2474 del 4 dicembre 2020 alle stesse Asl per un totale di circa 50 milioni di euro per il 2020 e circa 60 milioni di euro per 2021”.

Lo ha dichiarato Francesco Coppolella (foto), segretario regionale del sindacato Nursind, che aggiunge: “Il 26 giugno abbiamo chiesto alle aziende sanitarie regionali un resoconto dettagliato di come queste risorse fossero state spese. La stragrande maggioranza delle aziende, inspiegabilmente, non ha ancora risposto. Solo alcune di loro, dopo l’ennesimo sollecito, si sono limitate a fornire una risposta insoddisfacente, affermando che tali fondi sono stati ricevuti e spesi secondo le indicazioni contenute in alcune note regionali, prescindendo dalla linea di finanziamento nazionale e per tutte le attività assistenziali legati all’emergenza Covid, senza indicarci quali”.

Prosegue Coppolella: “Abbiamo preso atto delle note regionali pervenute solo nel 2022 e della deliberazione della Giunta regionale del 29 luglio 2022, n. 8-5443, che diversamente da quanto indicato dai precedenti provvedimenti di Giunta regionale che assegnavano i fondi rendeva disponibili le risorse Covid non utilizzate nel 2020 e 2021 delle singole linee di finanziamento solo dopo aver garantito le attività previste dai decreti legge nazionali. Dal provvedimento si deduce che tali fondi non sono stati spesi per le assunzioni previste a tempo indeterminato extra tetti di spesa per le finalità che la legge stabiliva, e non sappiamo inoltre per quali altre spese siano stati resi disponibili”.

E ancora: “Che non si possa sapere come un servizio pubblico abbia speso milioni di euro destinati a dare risposte fondamentali alle criticità evidenziate dall’emergenza è cosa folle. Non ci pare, infatti, che ci siano state assunzioni atte a potenziare l’assistenza domiciliare, nè tanto meno l’assunzione dei 750 infermieri di comunità. Fondi che stimiamo avrebbero permesso di assumere al di fuori dei tetti di spesa assegnati, circa 1.500 infermieri a tempo indeterminato sul territorio. Sono molte le domande alle quali non abbiamo avuto ancora risposta. Perché queste importanti risorse non sono state spese per la linea di finanziamento indicata da una legge nazionale? Come sono stati spesi? Inoltre, da una parte alcune aziende rispondono di averli spesi, dall’altra le indicazioni regionali di renderli disponibili arrivano solo nel 2022”.

Sempre il segretario regionale Nursind: “A questo proposito facciamo altresì presente che la Dgr n. 81 5534 del 03.08.2022 assegnava una parte di questi finanziamenti come trattamento accessorio del personale dipendente delle AASSRR per l’anno 2021. Fondi che invece erano previsti arrivassero dall’art. 11 del D.L. 35/2019, convertito nella legge n. 60 del 26.06.2019 (Decreto Calabria), del quale ancora non si vede l’ombra. La Regione Lombardia, ad esempio, a differenza del Piemonte, ha investito sugli infermieri di famiglia, autorizzando le 1.600 assunzioni previste extra tetti di spesa dal Dl 34/2020, assegnando le necessarie risorse e autorizzando alle assunzioni. In Lombardia risultano già in servizio ben 1.039 infermieri di famiglia, anche in previsione dell’incremento degli infermieri di famiglia previsto dal DM 77”.

Quindi Coppolella domanda: “In Piemonte, invece, che fine hanno fatto queste risorse, assegnate ma non utilizzate? La storiella che non vi fossero graduatorie e professionisti disponibili non era credibile prima e non lo è adesso. Siamo molto preoccupati per il prossimo autunno e il prossimo inverno. I problemi di ieri saranno i problemi di domani, moltiplicati da condizioni di lavoro che peggioreranno, perché non è stato posto alcun rimedio. Ne sono testimonianza le tante segnalazioni che riceviamo di grande precarietà nell’organizzazione dei servizi”.

Conclude Coppolella: “La situazione economica e i bilanci delle aziende non sono rassicuranti. Infine crediamo sia prerogativa delle organizzazioni sindacali, oltre che dei cittadini, sapere come i soldi pubblici siano stati spesi, soprattutto se servivano per dare risposte ai loro bisogni di salute. Per questo motivo, tenuto conto dell’assenza di risposte e considerata la poca collaborazione, siamo stati costretti a depositare un esposto alla Procura della Corte dei Conti regionale affinché possa verificare come questi fondi siano stati spesi”.

Redazione Nurse Times

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