Ancora un nuovo record nella chirurgia dei trapianti, questa volta ad essere sotto i riflettori è l’Ospedale Niguarda di Milano dove un uomo di circa 47 anni ha ricevuto reni e fegato “da un donatore a cuore non battente”, cosa che potrebbe dare ulteriore spinta alle donazioni come spiega Luciano De Carlis, primario di Chirurgia generale.
L’intervento ha coinvolto anche l’equipe del San Matteo di Pavia relativamente alla donazione dei reni dello stesso donatore, un uomo di 52 anni che aveva già subito altri arresti cardiaci e ricoverato da qualche giorno a Pavia. In seguito al’ultimo arresto i medici non avevano potuto fare altro che dichiararne il decesso, aspettando i 20 minuti stabiliti dalla legge e lasso di tempo che impedisce agli organi di deteriorarsi, obiettivo conseguito dalla dottoressa Marinella Zanierato e dall’equipe di Rianimazione 1 del San Matteo, guidata dal professore Antonio Braschi, collegando il paziente alla macchina di circolazione extracorporea.
In questi casi il sangue del paziente viene drenato, ossigenato e rimesso in circolo; tale tecnica viene già utilizzata per i trapianti di reni che però sono in grado di preservarsi per un tempo più lungo.
In questo caso il donatore è rimasto collegato alla macchina (ECMO) per 4 ore in maniera da consentire la ripresa degli organi. I reni sono stati impiantati a due pazienti, uno ricoverato nel policlinico pavese e l’altro al San Raffaele di Milano.
Il ricevente si trova attualmente in buone condizioni generali.
Fonte: milano.repubblica.it
Giacoma Cucinotta
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