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Nuova perla di un senatore italiano: “Via l’aborto come in Argentina”

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Nuova perla di un senatore italiano: "Via l'aborto, come in Argentina"
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Sono passati solo pochi giorni dalla divulgazione del video in cui Paola Taverna, vicepresidente del Senato, illuminava interlocutori e platea grazie a un parere altamente scientifico (VEDI) sulla questione vaccini: “Io quando ero piccola, che poco poco c’avevo un cugino che aveva una malattia esantematica, facevamo la processione a casa sua, così mia zia si ‘sgrugnava’ tutti e sette i nipoti, tutti e sette c’avevano la patologia e se l’erano levata dalle palle. Funzionava così all’età mia”.

E ancora: “Ma quando tu scegli di vaccinare un bambino che va a scuola e non vaccini l’operatore sanitario che sta a contatto con il bambino immunodepresso, ma tu che stracacchio di idee c’hai nella testa? Allora prima vaccina quello che sta a contatto con il bambino immunodepresso che se ha una patologia di quel tipo muore. Poi vaccina tutte le maestre, poi vaccina tutti quelli che portano il pulmino, se la tua idea è quella di fare questa copertura. Se no me stai a pijà per culo”.

Pensavamo di aver fatto il pieno di castronerie e prese di posizione inquietanti da parte dei nostri politici, almeno per un po’, ma… Non c’è stato tempo nemmeno di riprendere il fiato che ne è arrivata un’altra. Stavolta da parte del senatore Simone Pillon, eletto con la Lega, che intervistato da La Stampa ha espresso il suo parere-bomba sull’interruzione di gravidanza:

Oggi non ci sono le condizioni per cambiare la 194, ma vedrà che anche noi ci arriveremo, come è successo in Argentina”. Idee che, seppur discutibili, sembrano molto chiare. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere in primis la quota di “aborti zero”, aiutando tutte quelle donne che vogliono abortire perché si trovano in difficoltà economiche e sociali. Bisogna sostenere la maternità se no ci estinguiamo come italiani ha spiegato il senatore, facendo riferimento alle politiche del ministro Fontana che vanno in tal senso.

Dopodiché… Abolizione dell’aborto, cambiando la legge 194 del 1978, che garantisce il diritto all’interruzione di gravidanza. Come nel paese sudamericano, dove il Senato ha respinto la proposta (a cui la Camera aveva dato il via libera) di legalizzazione dell’aborto e dove l’interruzione di gravidanza è permessa solo in caso di stupro o rischio per la vita della madre.

E la libertà di scelta della donna? No, quella non sembra proprio rappresentare un problema.

Alessio Biondino

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