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#noviolenzasuglinfermieri: anche Maria Vittoria Cusumano al fianco di Nursing Up

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La nota influencer ha registrato un videomessaggio per porre sotto la lente d’ingrandimento il fenomeno della aggressioni agli operatori sanitari. Intanto il sindacato ha chiesto un incontro sul tema al ministro Speranza e alle Commissioni Giustizia e Affari sociali.

Il backstage del video con Maria Vittoria Cusumano.

Sempre più celebrity sono al fianco di Nursing Up nella lotta contro la violenza sugli operatori sanitari. Dopo gli appelli lanciati da Simona Ventura, gli attori Giorgio Colangeli, Michela Giraud, Eva Grimaldi, Massimiliano Vado, anche Maria Vittoria Cusumano, influencer da oltre 300mila follower, scende in campo per la campagna di sensibilizzazione #noviolenzasuglinfermieri. Un fenomeno esploso l’anno scorso con un vero e proprio boom di violenze, che hanno aperto anche il 2020 con un’escalation di episodi: dall’ambulanza sequestrata a Napoli a capodanno fino agli episodi dei giorni scorsi culminati a Roma, con tre infermieri picchiati sotto la minaccia di un coltello all’ospedale San Giovanni Addolorata.

Già impegnata nella lotta contro i tumori come ambassador di Komen Italia, Maria Vittoria Cusumano ha presenziato, nonostante la sua giovane età, a numerosi eventi benefici e racconta i suoi progetti attraverso canali social molto seguiti dai teenager, che l’hanno eletta da tempo a iconico punto di riferimento web: le sue story su Instagram vantano migliaia di visualizzazioni. E con l’intento di sensibilizzare un pubblico giovane, Mary ha voluto partecipare alla campagna del sindacato degli infermieri, veicolando un accorato appello per dire no alle aggressioni. “Nel nostro Paese – spiega nel videomessaggio – un infermiere su dieci ha subito violenze sul lavoro, e il 4% è stato minacciato con una pistola. Non si tratta solo di aggressioni fisiche, ma anche verbali, subendo comportamenti umilianti e mortificanti”.

Questi i risultati emersi da una survey dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, somministrata online agli iscritti del sindacato, per misurare l’entità del fenomeno in Italia. Per Nursing Up si tratta solo della punta dell’iceberg, in quanto la maggior parte degli operatori sanitari che subiscono violenze non denuncia. E proprio questa settimana sono cominciate alla Camera, dopo un blocco di mesi, le audizioni alle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali per esaminare i progetti di legge recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”. Un Ddl che prevede l’inasprimento delle pene per chi aggredisce i sanitari e l’istituzione di un Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari.

“Ma non basta un Osservatorio – attacca il presidente Nursing Up, Antonio De Palma, né l’approvazione di un provvedimento che giudichiamo insufficiente, in quanto non prevede la procedibilità d’ufficio. L’emergenza riguarda ormai tutto il territorio nazionale. Chiediamo alle istituzioni di dare una risposta immediata e decisa: non c’è più tempo da perdere, perché la situazione sta precipitando di giorno in giorno”. A causa delle criticità organizzative e della vulnerabilità del Servizio sanitario nazionale il clima di sicurezza è deteriorato e gli episodi di violenza si moltiplicano. Su come affrontare tali problematiche il sindacato degli infermieri ha richiesto un incontro al ministro della Salute, Roberto Speranza, e ora chiede di essere ascoltato alle Commissioni Giustizia e Affari sociali.

Nursing Up, che garantisce assistenza legale gratuita agli iscritti vittime di violenza, ha ideato la campagna di sensibilizzazione #noviolenzasuglinfermieri, che prevede la diffusione di videomessaggi in rete con varie celebrità. Per sostenere questa battaglia di civiltà e dire no alle aggressioni basta andare sul sito www.nursingup.it e condividere la clip con il claim “Aiutaci a curarti”.

Guarda il video con Maria Vittoria Cusumano

Redazione Nurse Times



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