Riprendiamo da Repubblica la commovente storia di Rosa, trentenne di Sant’Antimo, costretta a letto da una malattia congenita, e dei suoi “angeli custodi”, Raffaele e Francesco.
Raffaele Di Francesco e Francesco Caso sono due infermieri della Asl Napoli 2 Nord che ogni giorno assistono Rosa, trentenne costretta a letto nella sua casa di Sant’Antimo, dove è collegata a un apparecchio medico per respirare perché affetta da una malattia congenita. Comunicano con lei e aiutano la madre Anna a prendersene cura.
Proprio da una chiacchierata con la paziente apprendono che il suo più grande desiderio è quello di vedere per la prima volta il mare. E decidono di aiutarla a trasformare questo sogno in realtà. Trasportarla in auto è complicato, ma i due non si perdono d’animo e, d’accordo con mamma Anna, la portano a Varcaturo (frazione di Giugliano).
Racconta Raffaele, da 14 anni infermiere nella terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Frattamaggiore: «Abbiamo parlato più volte, mentre eravamo in casa con lei, e abbiamo percepito un gran desiderio di vedere il mare. Siamo di turno da lei tre volte a settimana, non è facile organizzare l’uscita ma con il mio collega, ma fin da subito ci siamo detti che l’avremmo portata in spiaggia. Quando glielo abbiamo chiesto, lei ci ha risposto con un sorriso. Rosa comunica, fa capire quello che le piace».
Passa qualche settimana, si cerca il momento giusto per condurre Rosa sulla spiaggia, in una giornata piena di sole per non farle prendere freddo. Ma quella gita sembra non arrivare mai. «Pensava che non avremmo mantenuto la promessa – ricorda ancora Raffaele –. Invece volevamo organizzare l’uscita nel modo migliore. Un giorno, di pomeriggio, siamo partiti da Napoli per Varcaturo e abbiamo fatto una bella passeggiata in riva al mare con la carrozzina. Non è stato facile, ma la fatica non ci spaventa. Rosa era felicissima, non smetteva di sorridere. Ha voluto toccare la sabbia con i piedi, non voleva staccarsi dalla riva, continuava ad osservare il mare. Poi abbiamo preso un caffè, lei un gelato e siamo andati via».
Quando è il momento di andare, però, Rosa si intristisce: non vuole tornare nella sua stanza a Sant’Antimo, teme che quella gita resti un caso isolato. «Era molto angosciata – spiega Raffaele –. Le abbiamo letto nello sguardo la profonda tristezza di chi pensa: “chissà quando mi ricapiterà”. Le ho promesso che presto la riporteremo in riva al mare o dove vorrà, e lo faremo davvero. A volte un gesto vale più di tutto; azioni come questa danno forza e speranza a chi soffre. Talvolta basta poco. E poi Rosa ci ha ringraziato tante volte con lo sguardo commosso, non lo dimenticheremo mai . È premurosa con noi. Ci augura ogni giorno buon pranzo via WhatsApp e con lei si è creato un forte legame, un grande e sincero affetto».
Raffaele e Francesco sono stati di recente premiati come infermieri “esemplari”, indicati da altri colleghi della stessa Asl. «Mia figlia – dice Anna, la mamma di Rosa – ha bisogno di amore, non solo di cure sanitarie. Quei due ragazzi così professionali e delicati l’hanno rispettata e conquistata. Le hanno fatto il regalo più grande. Desiderava tanto vedere il mare, ma noi abbiamo tante difficoltà logistiche e non potevamo portarla. Mio marito ha perso il lavoro e gli sforzi che facciamo per andare avanti sono tantissimi, le istituzioni non ci aiutano».
Anna ricorda con emozione quel pomeriggio al mare: «Raffaele e Francesco lo hanno fatto con semplicità e autenticità. Mia figlia vive in casa da sempre, ma dovrebbe vedere il mondo, anche se è malata. Se soltanto ci dessero più mezzi per portarla in giro, la malattia che la costringe a letto peserebbe di meno a lei e a me. Invece nessuno pensa a noi, nel concreto delle nostre giornate che non finiscono mai, passate a fissare quello che sta fuori dalla finestra o a guardare la tivù. Quella giornata, Rosa non la dimenticherà mai, ne sono certa. E sono certa che usciremo altre volte con Raffaele e Francesco. Loro, le promesse, le mantengono. E Rosa lo sa».
Redazione Nurse Times
Fonte: Repubblica.it
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