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NeXT. Mens Sana in Corpore Sano: il contributo della Mirror Therapy nei pazienti affetti da ictus cerebri

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Introduzione di Giuseppe Papagni

Si chiama NExT (Nurse EXperimental Thesis), il progetto editoriale targato Nurse Times che permette a neo laureati di proporre il proprio lavoro di tesi, inviandolo all’indirizzo mail della nostra redazione ([email protected]).

NExT è rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati che raggiungono un obiettivo importante. 

La dott.ssa TURINO Mariarosaria, laureatasi presso l’università degli Studi di Roma Tor Vergata, presentando il suo lavoro di tesi dal titolo “Mens Sana in Corpore Sano: il contributo della Mirror Therapy nei pazienti affetti da ictus cerebri”, relatori dott. Andrea Galanti, dr.ssa Maria Rosaria D’Ovidio.

Secondo l’organizzazione mondiale della sanità:
“L’ictus è una sindrome caratterizzata dall’improvviso e rapido sviluppo di sintomi e segni riferibili a deficit focale delle funzioni cerebrali senza altra causa apparente se non quella vascolare; la perdita della funzionalità cerebrale può essere globale (pazienti in coma profondo). I sintomi durano più di 24 ore o determinano il decesso”.

L’ictus, anche definito come l’accidente cerebrovascolare si verifica a seguito di un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, determinando la morte delle cellule cerebrali di quell’area, di conseguenza, le funzioni cerebrali controllate da quell’area, che possono riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro; esso rappresenta una delle patologie più frequenti, collegata ad un rilevante rischio di morte e disabilità residua.

L’ictus può essere:

  • Ischemico: causato da un trombo od un embolo che occlude un vaso cerebrale alterando così l’ossigenazione del cervello che comporta la morte cellulare;
  • Emorragico: causato da un’emorragia a seguito della rottura di un vaso, il sangue che fuoriesce, oltre a non rifornire più le aree di cervello a cui era destinato, esercita una pressione sul tessuto cerebrale circostante, danneggiandolo. Inoltre, l’emorragia è subaracnoidea quando si rompe un vaso e come nel caso precedente, dopo l’emorragia manca il rifornimento di ossigeno e nutrienti al tessuto cerebrale coinvolto, il quale comincia in modo lento a morire.

Lo stroke è definito da sintomi chiari e riconoscibili che dovrebbero costituire sempre dei segnali d’allarme, in modo da poter intervenire immediatamente per ridurre le conseguenze fisiche in cui si può incorrere.

Il sintomo più comune dell’ictus è un’improvvisa debolezza ad un arto o indolenzimento di un lato del volto; si può inoltre avvertire confusione mentale, difficoltà di parola, perdita di equilibrio e di coordinazione, il tutto può essere accompagnato da perdita dei sensi.

La diagnosi è facilitata dalle diverse tecniche diagnostiche, quali la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica, l’elettrocardiogramma, oltre agli esami di laboratorio.

Quando le condizioni dei pazienti si sono stabilizzate, la riabilitazione motoria diventa un’esigenza primaria, e gli approcci riabilitativi che possono essere utilizzati sono molteplici.

La terapia del movimento indotto, è una metodica riabilitativa per il recupero dell’arto superiore emiparetico basata sull’uso forzato di quest’estremità in seguito all’immobilizzazione dell’arto sano

La “mental practice”, anche chiamata ripetizione mentale o simbolica, consiste in un metodo di training attraverso il quale la riproduzione interna di un dato atto motorio è ripetuta per esteso con l’intenzione di migliorare una performance

La bilateral arm training consiste nell’esecuzione ripetitiva di compiti con entrambi gli arti superiori; la stimolazione elettrica trans-cranica è una metodica neurofisiologica di modulazione cerebrale non invasiva, caratterizzata dall’applicazione di deboli correnti elettriche continue ad intensità costante, mediante elettrodi posti in corrispondenza dell’area che si intende modulare ed in grado di indurre cambiamenti funzionali nella corteccia cerebrale; tra le varie strategie utilizzate a fini riabilitativi, trova spazio da ormai oltre dieci anni l’impiego di tecnologie robotiche con diversa sofisticazione sia per la valutazione funzionale dei risultati che per il trattamento riabilitativo.

Il termine “Mirror Therapy” è stato coniato da Altschuler e dai i suoi collaboratori che nel 1999 hanno presentato una nuova tecnica, volta alla riabilitazione del paziente con emiparesi.

Essi la definiscono come una metodica riabilitativa che consiste nel far muovere entrambe le mani, o le braccia, al paziente con esiti di ictus e lo si invita ad osservare il movimento dell’arto sano, riflesso in uno specchio, in questo modo avrà l’impressione che l’arto paretico si stia muovendo correttamente.

I pazienti con ictus si muovono in maniera asimmetrica, ponendo loro uno specchio tra le mani, è possibile dare un’improvvisa illusione di normale movimento dell’arto coinvolto, creando in questo modo un’incongruenza tra le prestazioni e il feedback visivo.

Le funzioni motorie, com’è stato dimostrato, migliorano a seguito dell’osservazione dei movimenti distali, il movimento allo specchio stimola principalmente le rappresentazioni motorie lateralizzate dell’arto distale, ed il miglioramento sensoriale conferma il forte accoppiamento di vista e tatto.

Quindi, l’osservazione del movimento modula non solo l’eccitabilità della corteccia motoria, ma anche la rappresentazione corticale somatosensoriale; la visualizzazione di una parte del corpo stimolato migliora la capacità di discriminazione sia in condizioni normali, sia in partecipanti cerebrolesi e si accompagna a cambiamenti dell’eccitabilità della corteccia somatosensoriale primaria.

La revisione della letteratura ha permesso di valutare la mirror therapy sotto un punto di vista scientifico e i risultati degli studi suggeriscono che l’utilizzo della Mirror Therapy sia vantaggiosa in termini di recupero motorio degli arti, in pazienti affetti da ictus.

Osservare i movimenti attraverso l’immagine riflessa di uno specchio, posto in modo tale da nascondere l’arto paretico, stimola particolari neuroni, i neuroni – mirror, situati nella corteccia cerebrale che partecipano all’apprendimento di nuove abilità motorie attraverso l’osservazione passiva.

Gli effetti della Mirror Therapy migliorano ulteriormente, quando essa è associata alla terapia convenzionale, stimolazione elettrica oppure alla stimolazione sensoriale. La terapia è poco costosa, di semplice applicazione e quindi accessibile alla maggior parte dei pazienti.

Alla luce dei risultati della revisione della letteratura, si raccomanda l’uso di routine della Mirror Therapy nel trattamento riabilitativo dei pazienti affetti da Ictus.

L’infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica e di fronte ad un paziente colpito da ictus che dopo la stabilizzazione della sua condizione clinica ad
opera dell’unità operativa d’emergenza viene trasferito nell’Unità Operativa di Geriatria, ha la responsabilità di prendere in carico l’utente.

Dopo aver acquisito i dati anagrafici necessari al ricovero del paziente, l’infermiere procede ad effettuare l’accertamento infermieristico per delineare le condizioni dello stesso al momento dell’ingresso nell’U.O.

Nel contesto delle cure atte al mantenimento della salute, il nursing ha lo scopo di aiutare una persona a procedere verso il polo della massima indipendenza consentita dall’individuo stesso in ciascuna attività quotidiana, di aiutarlo a mantenere tale indipendenza e in certi casi, aiutarlo o incoraggiarlo a procedere verso la dipendenza; infine, dato che l’uomo è un essere mortale, aiutarlo a morire con dignità.

L’équipe riabilitativa è composta da una varietà di professionisti che predispongono e realizzano il progetto ed i programmi riabilitativi e al centro di tutto c’è il paziente, affinché riesca a recuperare la maggior autonomia possibile nelle attività di vita quotidiana.

A differenza di un team multidisciplinare, in cui il trattamento è la somma dell’attività individuale di ogni professionista, le componenti di un team interdisciplinare, lavorano insieme per obiettivi comuni e il raggiungimento di essi è responsabilità comune.

L’importanza della professionalità infermieristica nell’ambito della riabilitazione ha portato alcuni paesi come gli Stati Uniti a formare una specifica figura specializzata.

Negli Stati Uniti, infatti, gli infermieri della riabilitazione sono specializzati nell’assistenza diretta a pazienti affetti da gravi disabilità fisiche. Essi valutano le necessità assistenziali del paziente e collaborano ad individuare gli obiettivi a breve, medio e lungo termine contenuti nel progetto e nei programmi riabilitativi e operano nell’ambito delle proprie specifiche competenze per raggiungerli; possiede anche conoscenze relative alle scienze fisiche, sociali e comportamentali e mostra una specifica attitudine nei confronti delle persone disabili.

L’infermiere che esercita nell’area riabilitativa, deve essere convinto che la persona con limiti funzionali, abbia un valore intrinseco che trascende la propria disabilità.

L’attività infermieristica deve mettere in atto e supportare gli interventi che riducano il marchio della disabilità ed aiutino le persone a ristabilire e mantenere il controllo su tutti gli aspetti della propria vita. L’infermiere è il tessuto connettivo del lavoro di un team all’interno di una unità riabilitativa di degenza ed è il professionista che segue il paziente nell’arco dell’intera giornata.

La Mirror Therapy costituisce una valida metodica di intervento nel miglioramento della funzionalità e della qualità di vita percepita non solo nel trattamento riabilitativo dei pazienti in fase post acuta, ma anche dei pazienti in fase cronica, in quanto la riduzione della sintomatologia algica contribuisce al residuo recupero funzionale.

TURINO Mariarosaria

 

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TESI: Mens Sana in Corpore Sano: il contributo della Mirror Therapy nei pazienti affetti da ictus cerebri

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