Il personale infermieristico della Terapia Intensiva neonatale degli Spedali Civili di Brescia ha lanciato una campagna social finalizzata ad evitare il massacro della categoria professionale, in seguito ai quattro decessi di neonati accaduti negli ultimi giorni
Su tre casi la Procura ha aperto un’inchiesta.
Molti cittadini stanno accusando direttamente ed indirettamente gli infermieri, ancora una volta immaginati come killer in corsia.
I professionisti dell’unità operativa hanno deciso di pubblicare sui propri profili Facebook le foto in cui si dicono orgogliosi di lavorare in quel reparto inserendo una preghiera al popolo dei social: “Non massacrateci”.
Anche i carabinieri del Nas e gli ispettori inviati dal ministero della Sanità stanno cercando di capire cosa possa essere accaduto, dopo la denuncia della mamma del piccolo Marco, morto il 4 gennaio.
La direzione degli Spedali ha già divulgato una nota nella quale avrebbe chiarito le cause dei decessi dei neonati, assicurando che tra questi non c’è correlazione “e non c’è alcun focolaio”.
Anche il direttore generale Marco Trivelli ha spiegato senza mezzi termini: “E’ un’emergenza nata sui social, il nostro reparto è sicuro”.
L’accusa, assicurando comunque fiducia nel lavoro della magistratura, è rivolta alle “persone che hanno commentato sui social il dolore di una mamma che ha perso suo figlio, trasformando la legittima domanda di verità in sospetto, il sospetto in accusa e quindi l’accusa in denuncia”.
Anche gli infermieri si sono mobilitati sui social media, per difendere il proprio operato: “è un’arma a doppio taglio”, scrive in un lungo post Laura Bruno, che lavora in quella Terapia Intensiva Neonatale.
“Non mi viene semplice non replicare ad alcuni commenti che state rivolgendo a me e ai miei preziosi colleghi (medici, infermieri, personale di supporto, nessuno escluso). Commenti disumani, che toccano la nostra professionalità nel profondo. Cattivi, come il mondo sta diventando. Falsi ed ignoranti (ovvero che non conoscono), come voi, che vi permettete di parlare di medicina e scienze infermieristiche davanti ad una persona che ha lottato per esserlo nella vita e ha studiato a lungo per poter salvare delle vite umane.
Voi che siete analfabeti funzionali, dovreste farvelo un giretto in TIN. Voi che non sapete quanto possa essere difficile per noi affrontare la morte da cosi vicino…Quanto possa essere complicato trattenere le lacrime quando i piccoli se ne vanno troppo presto… Quanto possa essere ingiusto che la morte arrivi cosi presto. Sarebbe certamente più semplice trovare un colpevole, ma la morte va accettata per quello che è, seppure crudele a volte”.
E aggiunge: “Voi dovreste smettere di scrivere dalle vostre tastiere e fare altro. Eh si. Perché dietro una tastiera è tutto molto facile.Con tutto il rispetto e l’affetto che è possibile avere, mando un abbraccio alle famiglie dei piccoli che se ne sono andati troppo presto e di cui ci siamo presi cura fino all’ultimo respiro”.
Seguendo l’esempio dell’infermiera, molti colleghi hanno condiviso le proprie foto con la divisa verde, dichiarandosi orgogliosi di far parte del personale di quel reparto. Molti cittadini e genitori di bimbi ricoverati in quel reparto hanno ringraziato di cuore il personale nei commenti.
Le autopsie sui corpi dei due neonati Marco e Cristian, morti rispettivamente il 4 e 5 gennaio, si sono svolte nel pomeriggio. I risultati saranno depositati in procura solo tra 60 giorni. Adesso le loro famiglie potranno ottenere il nulla osta per le esequie. L’esame è stato disposto dal pm Corinna Carrara che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
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