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Napoli, la truffa al Ssn è una “questione di morti”. L’inchiesta è partita dalla segnalazione di una “talpa”

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Carabinieri Nas foto generica
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“Riguarda i defunti, non le invalidità o l’assenteismo”. In sintesi così si esprimeva, il 23 ottobre 2023, uno degli indagati nel commentare la notizia della proroga delle indagini preliminari a carico di Margherita Tartaglia e Luigi Rinaldi, due dei medici dell’Asl Napoli 1 Centro coinvolti nell’inchiesta e arrestati tre giorni fa. La conversazione avveniva tra quest’ultimo e l’imprenditore Gennaro Tammaro, in un ufficio al secondo piano del Distretto sanitario 24, epicentro del terremoto giudiziario che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare per 67 persone (tra carcere, domiciliari e obbligo di dimora) su 96 indagati.

Va detto che le posizioni sono diverse, così come sono diversi i reati contestati, e gli indagati a piede libero possono sperare anche in un proscioglimento a breve. I carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura di Napoli, hanno puntato l’attenzione soprattutto su coloro che partecipavano a un giro di tangenti per un “patto corruttivo” tra alcuni sanitari e alcune agenzie funebri. Il tariffario variava a seconda dei casi: in genere tra i 50 e i 70 euro “a pratica”.

I sospetti degli inquirenti riguardano soprattutto i certificati di morte e le autorizzazioni alla cremazione ritenuti falsi. Per smascherare i presunti dipendenti infedeli i militari del Nas hanno piazzato quattro microtelecamere con audio negli uffici del Distretto sanitario 24, due gps sotto le auto di altrettanti camici bianchi e un sistema di videosorveglianza all’esterno della palazzina di un altro medico.

Nella conversazione audio-video registrata il 20 ottobre 2023 Luigi Rinaldi mostrò all’impresario funebre la notifica della richiesta di proroga delle indagini preliminari e i due, nella ricostruzione della Procura (da confermare eventualmente in giudizio), avrebbero pianificato le misure da adottare per eludere le indagini. Ad aprile, riferiva il professionista all’interlocutore “Margherita” (Tartaglia, ndr), già aveva avuto la notifica dell’atto giudiziario. E lei gli chiedeva se lui lo sapesse, ricevendo risposta affermativa. Nell’intercettazione si faceva pure riferimento all’acquisizione da parte dei carabinieri di ben 235 pratiche negli uffici del Comune di Napoli: “È una questione di morti, non c’è niente da fare”.

Al vaglio degli inquirenti della Procura sono finiti i certificati di morte nei quali il medico constatava il decesso presso il domicilio del defunto, mentre la pubblica accusa sostiene che l’intera documentazione veniva consegnata direttamente dagli impresari al medico legale, compilata e firmata dal necroscopo di turno. “Promotori e organizzatori”, sarebbero stati i dottori Federico Amirante, Luigi Rinaldi e Margherita Tartaglia, che avranno tempo e modo, come tutti, di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati nel prosieguo del procedimento penale.

La segnalazione della “talpa”

Le indagini sono partite a seguito della presentazione, il 16 marzo 2022, di una denuncia da parte di Ciro Verdoliva, direttore generale e legale rappresentante dell’Asl Napoli 1 Centro, il quale riferiva di aver ricevuto una lettera anonima che segnalava condotte di rilevanza penale a carico della dottoressa Tartaglia.

In particolare la “talpa” segnalava che la quest’ultima, oltre a eseguire sistematici e
ingiustificati allontanamenti dalla sede lavorativa, finalizzati invece all’esecuzione di prestazioni di chirurgia estetica, in forma privata, presso il suo studio medico (Tartaglia Medicina Estetica), avrebbe allacciato rapporti illeciti con personaggi gravitanti nel mondo delle imprese funebri operanti sul territorio cittadino, al fine di ottenere un indebito guadagno.

L’indagine ha consentito di accertare tantissimi episodi di assenteismo posti in essere in particolare dalla dottoressa Tartaglia la quale si sarebbe assentata più volte da lavoro per compiere commissioni private, come ad esempio andare il lavanderia, fare shopping o andare nel suo centro estetico. Stessa accusa per il medico Luigi Rinaldi, anche lui accusato di numerosi episodi di assenteismo.

Tra i destinatari delle misure cautelari anche cinque dirigenti medici (che intascavano i soldi dalle imprese funebri) e diversi impiegati dell’Asl Napoli 1 Centro, oltre a impiegati comunali dell’ufficio di stato civile e una trentina di imprenditori delle pompe funebri (due dei quali nel frattempo deceduti) insieme con diversi intermediari.

L’inchiesta, ha documentato, anche in video, 300 episodi. Durante le perquisizioni eseguite negli uffici delle imprese, contestualmente alla notifica degli arresti, i militari del Nas hanno sequestrato decine di kit per l’esame del Dna dell’Asl Napoli 1 Centro. Sequestrate anche somme di denaro da quantificare e oltre 30.000 euro, come disposto dal decreto del gip.

Redazione Nurse Times

Fonti: il Roma – InterNapoli.it

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