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Napoli, i piccoli pazienti scrivono a Babbo Natale:“Quest’anno come regalo vorrei solo guarire”

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Napoli, i piccoli pazienti scrivono a Babbo Natale:“Quest’anno come regalo vorrei solo guarire”
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I piccoli ospiti delle case famiglia napoletane e dell’ospedale pediatrico del capoluogoripetono anche quest’anno la tradizionale ricorrenza della letterina a Babbo Natale.

Ad organizzare questa festa solidale è Anna Di Biase, grazie alla sua “Spa – Società per amore”. Un semplice gesto si può così trasformare in un momento di gioia e spensieratezza.

Tra le molte richieste c’è chi richiede un lavoro per il padre, tanti giocatoli e caramelle oppure semplicemente di guarire dalla malattia che lo costringe a stare lontano da casa.

Il piccolo Adriano, 10 anni, vorrebbe invece ricevere un «volante per la Playstation». «Quest’anno ho fatto il bravo – scrive con soddisfazione – e vorrei proprio quel volante».

Poco dopo troviamo le indicazioni per la consegna del dono: «Se i valori sono bassi – spiega meglio Adriano – mi ricoverano di nuovo e mi troverai nel reparto del Pausilipon al primo piano. Ma se il volante non è possibile, caro Babbo Natale, non fa niente, non preoccuparti: scegli tu un gioco».

Non sono mancate anche le toccanti letterine provenienti dai piccoli pazienti dell’ospedale Pausilipon. Ogni anno, grazie all’iniziativa, tentano di sconfiggere la loro solitudine, il disagio ed il dolore fisico e psicologico.

Analizzando il contenuto di quelle buste è possibile scoprire drammi famigliari e storie drammatiche di abbandono.

Tanti di questi bambini li seguiamo da tempo – racconta Anna Di Biase – conosciamo le loro storie, e quelle delle famiglie con le quali vivono. C’è chi ha subito violenza, e chi, invece, i genitori non li ha mai neanche conosciuti. Un mondo tutto da scoprire – aggiunge – nel quale cerchiamo di entrare in punta di piedi per confortare senza mai invadere».

Spesso i bambini non chiedono doni materiali ma solo amore e serenità.

«Come sai – scrive il piccolo Alessandro a Santa Claus – questo è il primo Natale che festeggio a casa mia. Dopo tanti anni, finalmente, sono uscito dalla comunità». Alessandro ricorda la casa famiglia nella quale ha vissuto a lungo con la mamma.

Ma ora i problemi non sono completamente risolti: «Lei lavora tanto e, purtroppo, non riesce a stare più con me». Ecco perché il più bel regalo di Natale diventa poter trascorrere più tempo con la mamma e riuscire a comprare i mobili per la sua cameretta, ancora vuota.

Simone Gussoni

Fonte: Il Mattino

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