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Napoli, in cento assaltano ambulanza del 118

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Il mezzo di soccorso, arrivato in seguito ad una chiamata al 118, è stato bersagliato dalla folla inferocita al grido di “Siete arrivati tardi!”. L’autista è stato aggredito e preso a pugni.

Un altro, triste episodio di violenza ai danni di un’equipe del 118. Ed è avvenuto di nuovo a Napoli, su corso San Giovanni, nella notte tra domenica e lunedì scorso. I soccorritori, non appena giunti sul posto, hanno trovato un ragazzo di 19 anni a terra, incosciente, immerso in una vera e propria calca di persone, un centinaio, che hanno da subito iniziato ad inveire e ad insultare i sanitari, prima di passare alle botte. Il motivo? Essere arrivati tardi, secondo i facinorosi.

Queste le parole (rilasciate a Il Mattino) dell’autista del mezzo, che è stato preso a pugni e che ha riportato un trauma cranico non commotivo ed un trauma toracico: “Abbiamo ricevuto la chiamata dalla centrale operativa per un codice rosso alle 00.19 e siamo giunti sul posto alle 00.22. Nonostante questo alcune persone gridavano che eravamo arrivati tardi e si scagliavano sia contro il veicolo che su di noi”…”Appena abbiamo fermato il veicolo mi hanno tirato fuori dall’abitacolo, aprendo lo sportello e strattonandomi. Mi hanno tirato un pugno in faccia e urlavano che dovevamo sbrigarci mentre continuavano ad insultarci in dialetto e minacciarci”.

Ma… in tutto questo trambusto, quali erano le condizioni del paziente? I presenti hanno riferito ai soccorritori che era stato vittima di un incidente stradale. Il problema è che il giovane aveva i segni di un grave trauma facciale e cranico, oltre a numerose policontusioni non compatibili, secondo gli investigatori della polizia, con l’infortunio descritto. Una colluttazione o un’aggressione estremamente violenta? Lo chiariranno le indagini. Intanto il ragazzo è in prognosi riservata.

Purtroppo, per chi lavora nell’emergenza territoriale, la probabilità di essere malmenato è sempre più frequente, ed è oramai quasi un fenomeno ordinario; soprattutto di notte e in certe zone, palesemente a rischio. Come sottolinea l’autista aggredito, “Queste condizioni complicano ancora di più il clima in cui lavoriamo, nonostante la nostra voglia di mettere da parte paura e qualsiasi reazione perché pensiamo solo a salvare vite”.

Ma… come si può soccorrere il prossimo e salvare delle vite, quando si è tesi e si ha la paura costante di essere aggrediti, minacciati o feriti?

Alessio Biondino

Fonte: Il Mattino

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