È stata ritrovata morta dai due figli adolescenti Mary Monteleone, infermiera impegnata nel reparto di pneumologia dell’Ospedale San Carlo di Milano, da diverse settimane diventato centro Covid.
Il tragico evento si è verificato nella notte tra il 27 ed il 28 aprile e, dai primi accertamenti delle forze dell’ordine, non vi sarebbero dubbi sulla dinamica della morte. Il decesso è avvenuto per impiccagione.
Da molti giorni Mary era costretta ad assistere a continui decessi di pazienti, essendo stata assegnata a quello che i colleghi definivano come il “reparto più duro” tra quelli che accoglievano pazienti positivi al Coronavirus.
Non è ancora chiaro se l’estremo gesto sia stato dovuto a problemi personali o allo stress derivante dalle condizioni lavorative conseguenti al contatto diretto con un virus che ha messo a dura prova la resistenza di professionisti della salute di grande esperienza.
“Sono vent’anni che mi occupo di Pronto Soccorso, ma una cosa così non l’avevo mai vista”, ha raccontato uno dei colleghi intervistati dal giornale TPI.
Mary è stata descritta da tutti i colleghi come una persona riservata, ma sempre sorridente e gentile. Era considerata da tutti come una grande lavoratrice. Colleghi del 5B e conoscenti non si sarebbero mai aspettati una cosa simile.
È apparso evidente il timore che aleggia tra i sanitari lombardi a causa del l’imminente riapertura graduale delle attività nella propria regione, che avrà inizio la prossima settimana.
Per aiutare i professionisti impegnati in prima linea nella lotta al Coronavirus l’ASST Santi Paolo e Carlo ha realizzato una speciale stanza dotata di luci soffuse nella quale i dipendenti possono rilassarsi ascoltando musica rilassante di sottofondo. Su richiesta degli interessati potrà essere presente anche uno psicologo dedicato.
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