Microplastiche e nanoplastiche invadono anche il corpo umano. Questa è la scoperta dei ricercatori dell’Università dell’Arizona.
Già anni fa uno studio riscontrava che minuscole particelle di polimeri entravano nella catena alimentare essendo poi ingeriti tramite cibo o liquidi contenenti residui di plastica. La conclusione dei ricercatori dell’Agenzia dell’Ambiente austriaca fu che “le microplastiche potrebbero essere presenti nel 50% della popolazione mondiale”
Ora gli studiosi dell’Arizona hanno analizzato decine di campioni di tessuti umani. I risultati sono stati presentati al convegno virtuale della Società americana di chimica (ACS).
“È preoccupante che questi materiali non biodegradabili presenti ovunque possano entrare e accumularsi nei tessuti umani, e non sappiamo con quali possibili effetti sulla salute”, ha detto il ricercatore Varun Kelkar.
I ricercatori hanno valutato la presenza di microplastiche (inferiori ai 5 millimetri) e nanoplastiche (inferiori a 0,001 millimetri) in 47 biopsie conservate in una grande banca di tessuti insieme alle cartelle cliniche dei pazienti per studiare le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Fonti: sportellodeidiritti.org; la Repubblica
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