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Messina, accusati di peculato e falsità ideologica: sospensione per tre medici

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Avrebbero violato la normativa in materia di attività libero-professionale intramuraria. Coinvolta nell’indagine anche un’infermiera.

I carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno eseguito un’ordinanza di sospensione dall’esercizio della professione sanitaria nei confronti di tre medici, ritenuti responsabili a vario titolo, in un arco di tempo che va dal 2017 fino ai nostri giorni, di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

Le indagini dei militari hanno accertato che il dottor Francesco Salpietro, ex primario della Uoc di Neurochirurgia dell’ospedale Papardo di Messina, e il dirigente medico Concetta Alafaci, dell’Uoc di Neurochirurgia del Policlinico Universitario “G. Martino”, avrebbero violato la normativa in materia di attività libero-professionale intramuraria attraverso l’espletazione di visite specialistiche, sia negli studi interni dei rispettivi ospedali che in laboratori esterni a Canicattì e Agrigento.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, entrambi richiedevano e ricevevano pagamenti in contanti per tali visite , omettendo di rilasciare ricevuta e senza versare all’Azienda sanitaria la percentuale dovuta in base al rapporto di esclusività d’impiego con la struttura pubblica d’appartenenza. Pertanto i due sono stati sospesi per un anno.

Le indagini della Procura hanno coinvolto anche il dottor Antonino Germanò, primario della Uoc di Neurochirurgia del Policlinico, che è destinatario della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria per sei mesi. Con l’ausilio dell’infermiera Filomena Turchi (risulta iscritta nel registro degli indagati, ma non ha avuto a suo carico alcuni misura restrittiva) e attraverso l’utilizzo del sistema informatico ospedaliero, avrebbe incrementato la propria percentuale di visite ambulatoriali, in realtà mai effettuate, al fine di continuare a percepire un’indennità economica subordinata alla parità tra attività istituzionale e attività intramuraria.

La Procura aveva richiesto per i tre medici la misura degli arresti domiciliari e per l’infermiera la misura interdittiva della sospensione. Il gip Tiziana Leanza ha invece optato per una misura meno afflittiva solo per i tre medici.

“In riferimento all’articolo sulle indagini che ipotizzano i reati di peculato e falso ideologico a carico di alcuni medici (pubblicato in data 28/10/2021) – precisano dall’A.O. Papardo – si specifica che nessuno degli indagati risulta a oggi dipendente dell’A.O. Papardo o convenzionato con essa. Nella Unità semplice dipartimentale di Neurochirurgia non risultano pertanto in atto dipendenti dell’Azienda o convenzionati con essa sottoposti a indagini giudiziarie”.

Redazione Nurse Times

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